Bansky

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Bansky

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La regina Elisabetta nell’Upper Maudlin Street, a Bristol.

In carne ed ossa (e corteo)? Assolutamente no. Ma quasi meglio. Infatti la sovrana svetta su un muro per opera del famosissimo street artist Bansky, che la omaggia a modo suo, con quel pizzico di veleno che non fa mai male.

Giovane, super agghindata, con gli occhi chiusi e in bicolor, la sovrana ha il viso solcato dalla nota saetta fiammeggiante di Ziggy Stardust, uno degli alterego di David Bowie, emblema della “rockstar di plastica”, che cela in sé i problemi dell’uomo contemporaneo, alienato e insicuro.Ufficialmente l’artista non ne ha ancora rivendicato la paternità, mentre è assolutamente certo che sia stata la sua mano a dare vita al “Bambino che cuce”. Spuntato su un muro laterale della famosissima catena di supermercati Poundland a Wood Green, Londra, lo stencil raffigura un bambino intento a cucire delle bandierine inglesi. La nota polemica è abbastanza chiara, sebbene l’artista in modo assolutamente ironico dice di aver scelto quel determinato posto per la sua nuova opera “solo perché era un bel muro colorato”. Quindi l’osservatore minimamente informato capirà bene che si tratta di un “caso” che la catena Poundland venda oggettini a buon mercato (e che durante il periodo giubileo-olimpiadi sia piena di bandierine e annessi) e che due anni fa sia stata coinvolta in uno scandalo che l’ha messa in cattivissima luce con la clientela. Infatti si è scoperto che un fornitore della catena sfruttava lavoro minorile per abbattere i costi, e nello specifico venne fuori il nome di Ravi, un bambino di 7 anni che faticava per 100 ore alla settimana, pagato 7 penny a ora.C’è modo e modo di fare polemica, di quella costruttiva e che lascia spazio a serie riflessioni, e Bansky ci riesce con la sua Arte che in molti non considerano ancora come tale.

Well done!

 

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