A volte la memoria ha bisogno di staccarsi dal passato. L’evento tragico necessità il suo riscatto salvifico. La strage rimane cristallizzata nel tempo mentre la vita si rigenera nel futuro. A venti anni dall’esposione che a Capaci creò una voragine di morte e polvere, Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta di Giovanni Falcone che perse la vità quel tragico 23 maggio del 1992 insieme a Francesca Morvillo a Rocco Dicillo e a Vito Schifani, ha scelto la vita. E la vità che si rigenera nell’andamento delle stagioni viene oggi consacrata nel progetto di rinascita del giardino dove precipitarono i resti della macchina di scorta del giudice Falcone. Il Comune di Isola delle Femmine ha donato alla Montinaro lo spazio che ieri simbolo dell’orrore, oggi vuole essere la testimonianza del riscatto dalla Mafia. I progettisti gli arch.tti Valentina Careri, Fabrizio Cassibba e Michele Giletto sottolineano come il progetto nasce dalla volontà di ridare vita e importanza ad un’area che è stata teatro di un avvenimento drammatico nella storia del nostro Paese. “L’intento è di trasformare un luogo in cui si sono spente brutalmente delle vite in un nuovo simbolo di rinascita – conferma Fabrizio Cassibba- attraverso la riqualificazione dell’area a verde con un sistema di percorsi fruibili, la creazione di spazi di aggregazione ed altresì di esposizione/riflessione”
Il progetto del giardino che verrà dedicato alla Quarto Savona Quindici ( nome di servizio della squadra di scorta) si articola in una serie di aree a verde e aree di sosta con panche, connesse tra loro da un percorso in legno che rappresenta la spina dorsale del progetto: questo infatti riprende nelle forme di una retta spezzata, il percorso autostradale compiuto dalle auto coinvolte nella strage del 23 maggio 1992.
Lungo questa “passeggiata”, portali in legno (quindici in quattro blocchi, a ricordare il nome “Quarto Savona Quindici”) definiscono zone di ombra, cangiante nell’arco della giornata, che, insieme agli elementi della recinzione, sottolineano il mutare del tempo in un movimento dinamico e continuo che ogni giorno si rigenera con il sorgere del sole.
Al termine del percorso in legno ci si immette in un’area che si apre come il delta di un fiume e che ricorda una piazza, sulla quale insiste la rampa di collegamento con l’autostrada. Tale rampa si snoda attraverso un sistema di panche che, insieme alla piazza, formano una sorta di anfiteatro, con il paesaggio retrostante a fare da quinta scenica.
Questo spazio si presta dunque ad ogni tipo di manifestazione o spettacolo, con la possibilità di allestire un palco.
Da questa zona si accede infine alla parte più riservata del giardino, con la presenza, all’interno di una fitta vegetazione, di una teca in vetro che ospiterà i resti di una delle auto esplose nel 1992.
La teca è completata da un padiglione aperto ai lati che potrà ospitare mostre temporanee.
In uno degli spazi verdi attorno alla teca, nel punto più lontano dall’autostrada, è stata prevista altresì un’area da attrezzare con giochi urbani per bambini, affinché il giardino possa svolgere appieno la sua funzione aggregatrice.
Si è voluto così al contempo riqualificare un’area per lungo tempo trascurata, offrire alla popolazione un nuovo spazio funzionale e ridare nuova vita ad un luogo tragicamente noto eleggendolo a simbolo di rinascita.
Lo stato attuale del giardino
Rendering del progetto
Comments are off this post!