La verità sul Jardin de Palermo

Fashion

La verità sul Jardin de Palermo

310

Un piccolo paradiso terrestre, un raro spazio verde all’interno del quartiere Sant’Agostino, nel centro storico della città. Un giardino nato dall’idea di mettere a confronto due realtà diverse, la Sicilia e l’Oriente, con i loro colori e profumi. Realtà che convivono già nella mente e nelle opere del pittore Sergio Pausig, ideatore di questo piccolo gioiello. Sono suoi infatti i disegni realizzati sulle splendide ceramiche Caleca e sui preziosi mosaici Bisazza. L’edificio annesso è una biblioteca, progettata anche nell’arredamento dall’architetto Salvo Butera. Un posto che pochi conoscono perché è rimasto chiuso e abbandonato a sé stesso per molto tempo.

JardindePalerme10

La sua storia, infatti, è molto travagliata: il progetto di riqualificazione degli edifici diroccati della zona viene affidato nel 1997 all’architetto Butera che lo completò tra il ’98 e il ’99, ma i lavori cominciarono soltanto nel 2004 ad opera di Edilstrutture s.r.l. di Caltanissetta.

Nel 2006 l’edificio e il giardino, finalmente completi, vengono consegnati al Comune.

 

JardindePalerme4

 

JardindePalerme2

 

JardindePalerme8

 

JardindePalerme6

 

Per quasi cinque anni però rimangono chiusi, per problemi di mancanza di personale, diventando così una discarica privata, dove i rifiuti venivano lanciati direttamente sopra le meravigliose ceramiche. La biblioteca fortunatamente è rimasta intatta, nonostante alcuni tentativi di furto.

Nell’Aprile 2011 finalmente il Comune prende provvedimenti, forse nati dalla spinta di alcune denunce, e la struttura viene aperta al pubblico come biblioteca comunale per bambini.

Quasi un anno dopo la situazione non è cambiata di molto, nonostante sia un luogo per i bambini non c’è alcun segno di sfruttamento, i tavoli e le sedie sembrano come nuovi. Il giardino non è molto curato e oltretutto l’impianto idraulico ed elettrico sono fuori uso.

Ci chiediamo come sia possibile che una struttura di così tanto valore e per giunta pubblica, non venga quasi per niente utilizzata, probabilmente perché la destinazione d’uso che le è stata attribuita non è pertinente con la conformità della struttura. Perché quindi non ritornare all’idea di partenza e utilizzare questi spazi come luogo d’incontro e di confronto, di lettura e di cultura, ma anche di svago e relax?

Comments are off this post!