Antonio Grimaldi FW 2016 MFW
Abiti che seguono e accompagnano il corpo, tubini sotto il ginocchio, linee fascianti in cady tecnico che ricordano lo sportswear, reinterpretato con una nuova sensualità. Lasciando intravedere la schiena grazie ai tagli misurati ad incastro e ad un mix di texture come il neoprene e reti metalliche, per un effetto tromp l’oeil sperimentale.
Per la collezione ready to wear autunno-inverno 2016-17 “Urban Seventies” Antonio Grimaldi trae ispirazione dalla transavanguardia italiana, corrente artistica della seconda metà degli anni Settanta, in cui il ritorno alla manualità e all’utilizzo del colore, diventano il contraltare ideale al concettualismo del decennio precedente.
Non solo ricerca artistica, come da tradizione del designer, ma anche e soprattutto studio di forme e modelli, costruzioni che guardano all’ “Architettura Radicale” e al genio creativo di Rem Koolhaa e al suo manifesto “Delirious New York” . Nel saggio, Koolhaa spiega come, anche se le architetture della Grande Mela non sono frutto di una particolare pianificazione, la congestione di stili e forme ha comunque dato origine alla contemporaneità. Così la mano del designer si lascia guidare da suggestioni urbane, fatte non solo di dettagli ma, in particolare, di veri e propri progetti di design che si traducono in abiti.
L’autunno-inverno firmato Antonio Grimaldi vede i mindress in velluto dalla forma svasata, in damasco o in organza lavorata con la lana. Lo stilista gioca con l’effetto urban design, ricontestualizzando, come fossero mirate costruzioni, gli inserti in plissé soleil.
Le morbide cappe, anche stampate o dall’effetto macchiato, realizzate con tessuti tinti, anche sfumati, diventano seduzioni tattili. In lana su organza, sono anche plissé su tessuto felpa, per un effetto sportstyle.
Nei lunghi, all-over printed, il designer propone stampe a grate in negativo e in positivo, dove i colori si invertono e si alternano, mantenendo il fil rouge transavanguardista e sperimentale.
Nei longdress, must della collezione, prevalgono i colori metallici, il lamé, l’oro sfumato sul verde turchese, o ancora le stampe che evocano i giardini pensili tipici delle architetture urbane dei grattacieli di Manatthan. Nella palette cromatica non mancano il bianco e il nero assoluti, il rosso rubino e il green musk, fino al giallo ocra.
I velluti plissé si alternano ai longdress in tulle ricamati con cristalli e jais. Tridimensionali le organze negli abiti da sera, dove le bordure,dall’effetto sfrangiato, lasciano spazio ad abiti longuette leggeri, in crepe de chine. I pantaloni a zampa in velluto, in tweed di lana o in bouclé black and white, come nel chiodo, e paillettes metalliche smoke grey color ,si accostano a velevt jacket lavorate, caratterizzate da organdie sleeves.
Le longuette plissé ricamate a cordoncino su tulle, o damascate, si sposano a contrasto con la camicia Seventies stampata dalle maniche importanti. Look da abbinare a sandali o stivali aderenti rigorosamente in velluto.
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