Antonio Ghirelli, anche lui ha preso un’altra strada per raccontare in Paradiso la sua Italia e chiacchierare al Caffè dello Sport… Oggi il Signor Antonio Ghirelli ci lascia,un napoletano prezioso, vulcanico, di grande prestigio “umano”. E’ morto a 90 anni e con lui un altro pezzo di storia del giornalismo più bello e interessante del nostro Paese, va via. Per fortuna le sue parole, la sua voce, I suoi racconti li troviamo in giro…nei libri, nelle interviste, nelle pagine che ha riempito per quasi un secolo.
Eccola la grande piccola storia di questo giornalista. Giornalisti si nasce….e non si “diventa”! Credo, come tanti, che sia nato con il giornale sotto il braccio, c’è poco da fare. Una vita intesa: ha partecipato alla Resistenza italiana, ha diretto Radio Bologna Libera, un’emittente che dipendeva dalla Quinta Armata USA, ha curato la pagina dell’allora Paese Sera. A Milano ha collaborato con l’Unità e Milano Sera e con la moglie ha tradotto per un periodo anche Topolino. Ghirelli lascia il PCI dopo la rivoluzione ungherese e aderisce al Partito Socialista. Da Paese Sera diventa invece impaginatore dell’edizione romana de La Gazzetta dello Sport.
Dirige poi Tuttosport. Diventa capo redattore di Repubblica d’Italia, poi collabora con l’Avanti, il Corriere della Sera, il Mondo e poi direttore de Il Globo. Dal 1966 al 1977 dirige il Corriere dello Sport. Quando Sandro Pertini diventa Presidente della Repubblica Italiana, Antonio Ghirelli sale anche lui al Quirinale e viene nominato è capo ufficio stampa della Presidenza. Una carriera intesa, lunga che lo vede anche direttore del Tg2. Una carriera lunghissima. Uno scrittore emozionante, un giornalista di “razza” come lo ha definito oggi il nostro Presidente Giorgio Napolitano. Mancava veramente poco al suo compleanno, Ghirelli avrebbe compiuto 90 a maggio. E il mio pensiero mi invitano a riflettere sulla grande cultura, al bagaglio di esperienze di questi grandi maestri, maestri come Antonio Ghirelli che comunque lasciano un vuoto. Una speranza va ai “tanti maestri” che insegnano ai giovani e meno giovani ad imparare un mestiere affascinante e purtroppo ancora sfruttato che resiste, esiste.
Speriamo che chi fa “la televisione e incide sul business “cultura” dai piani alti” prima o poi metta in onda e per dirla all’americana “on air”, programmi “belli da vedere, che ti lasciano qualcosa, perché resta il fatto che oggi la televisione italiana sia ancora poco attenta alla cultura del bello in prima serata e in orari decenti. E ancora poco attenta al talento di “signori nomi” per fortuna nostra e loro…ovviamente ancora in vita e per “cento anni….” che potrebbero lavorare tranquillamente offrendo un servizio al “popolo italiano” decente “affascinando e interessando” i telespettatori. Dare loro la possibilità di interagire con i nuovi talenti, insomma “fare anche lezioni di scuola televisiva in tv” alzando lo share con trasmissioni per una TV di qualità. Approfitto di questo ricordo per sottolineare che c’è un creativo emergente e con i capelli bianchi che in Italia è “out”. Leggevo da qualche parte, tempo fa, qualche battuta “disgustosa” su Pippo Baudo, tipo “…vada in pensione”. Mi chiedo? Perché non va in pensione, anzi a casa, chi invece non solo non sa fare il suo mestiere e lo paghiamo pure, ma ci ha anche ha rovinato con la sua legge a proposito di… televisione italiana. A futura memoria. Comunque oggi è un giorno di pace, la Domenica delle Palme e offriamo un ramoscello d’Ulivo in più, non si sa mai. Del resto stiamo parlando di un giornalista e un giornalista esprime anche un suo pensiero e in questo giorno del ricordo dedicato ad Antonio Ghirelli mi è tornata in mente quella giornata romana di dieci anni fa. Fui ricevuta da Ghirelli perché lavoravo in redazione ad un libro sul calcio, e mi concesse un’intervista.
Lo racconto, non per vanto ma perché (quel giorno ero emozionata), ma perché voglio sottolineare la semplicità, la passione per il suo lavoro e il suo essere perbene in barba alle star o pseudo star del giornalismo italiano che se non sei “un famoso” neanche ti parlano. In Italia oggi sono famosi tutti. Comunque, lui sì che aveva la penna anche “del maestro” e oggi più che mai la professione di giornalista, o qualsiasi professione, ha bisogno di figure serie. Parlammo di sport, conservo ancora quella registrazione a distanza di anni, risentirla oggi mi fa sorridere anche se Ghirelli è lassù. Quel giorno d’estate ho dialogato con una persona “normale” che mi ha raccontato i suoi ricordi sul calcio e sul Napoli di tanti anni fa. Come tanti italiani, ho letto la notizia e ho voluto dare un piccolo saluto dalle pagine di zoemagazine. Un giornale online, un giornale che esiste anche perché ci sono persone che ci credono, che lavorano e resistono nel mondo del giornalismo. Chiedo venia e nella meravigliosa lingua napoletana, lo saluto come migliaia in questo momento, con la sua città nel cuore…con “Antò….statte bbuono e che t’aggia dì? ‘Pure ‘mparaviso sanne jouca!” .
Laura Bercioux
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