Da giovedì 15 a sabato 17 marzo 2012, ore 21.15
LE ROSE DI JÜRGEN
di Giacomo Fanfani
regia CON-FUSIONE
con Martina Guideri e Rafael Porras Montero
costumi Antonio Musa – luci Silvia Avigo
Compagnia Con-Fusione, Firenze
Vincitore del Festival You_Theater.org 2009
Vincitore di Emergenze Creative 2009
In occasione dello spettacolo “Le rose di Jürgen”, in programmazione al Teatro Libero, Arcigay Palermo organizza un incontro con con la compagnia Con-fusione sul tema dell’olocausto e dell’omocausto, la persecuzione ed il massacro delle persone LGBT durante il nazismo. Incontriamoci sabato 17 marzo alle 18.00 al Left, a Palermo in via degli Schioppettieri, 8. Interverranno i professori Carmelo Botta, Michelangelo Ingrassia e Francesca Lo Nigro, autori di “Il male assoluto – La dura memoria della Shoa”, che riporta racconti e testimonianze biografiche di deportati nei campi di concentramento.
Andrà in scena giovedì 15 marzo, alle ore 21.15, con repliche sino a sabato 17, lo spettacolo “LE ROSE DI JÜRGEN”, di Giacomo Fanfani, produzione Compagnia Con-Fusione di Firenze. In scena Martina Guideri e Rafael Porras Montero. I costumi sono di Antonio Musa, le luci di Silvia Avigo. Lo spettacolo, vincitore del Festival You_Theatre.org nel 2009, è ambientato a Sachsenhausen, un campo di concentramento costruito fra il 1936 e il 1937 a pochi chilometri da Berlino, simbolo dell’intera architettura del Reich, dalla forma di un triangolo equilatero, così da poter essere controllato con un emblematico risparmio di uomini. Jürgen, protagonista della storia, nasce nel grembo di una famiglia borghese nella Berlino d’inizio secolo: sullo sfondo della città più liberale e contraddittoria dell’Europa di quegli anni, l’adolescente conosce la propria omosessualità con il suo primo amore: Ruben, il garzone del fioraio. Con l’avvento del delirio nazista, viene deportato nel campo di concentramento di Sachsenhausen, dove resterà per alcuni mesi prima di essere rilasciato e ricondotto sotto il controllo della famiglia, rappresentata in scena dalla madre Gretel. Il rapporto tra i due si snoda in un chiuso dialogo che non consente vie d’uscita e che ci accompagna nella battaglia dolorosa tra una madre incapace di amare e un figlio condannato all’esclusione. Ne “Le Rose di Jürgen”, I personaggi si muovono su due linee recitative diverse: Jürgen tiene un registro di assoluta verità e intimità. È un uomo che ha subito il proprio annientamento e, più del dolore, può solo provare immobilità. Gretel invece si affida ad una costante recitazione che la rende ancora più tragica nei momenti in cui mostra la sua umanità e ancor più spietata quando dimostra la propria crudeltà. Dietro di loro un mucchio di abiti di ogni genere, a memoria dello spogliamento all’arrivo dei campi, domina lo spazio scenico; le rose sono elemento cardine, simbolo di diversità, protette e oltraggiate dai protagonisti in una costante giostra che indica gli infiniti confini dei campi di sterminio, reali e mentali, che appartengono, spesso senza preoccupazione, alla contemporaneità.
Testo toccante, la proposta di Fanfani contribuisce ad una rilettura della storia puntando l’obiettivo sulla condizione degli omosessuali durante le persecuzioni nazifasciste, aspetto spesso trascurato e poco indagato dalla storiografia.
info e prenotazioni: 0916174040.
Botteghino:
Intero €15
Ridotto under25 €10.
Comments are off this post!