Retrospettiva per presentare in Europa la vasta e provocante opera di Ai Wei. Il protagonista della scena dell’arte Indipendente Cinese che non può essere imprigionato in una definizione. Architetto, artista concettuale, scultore, fotografo, blogger, “twitterer”, attivista politico….Sensibile osservatore delle dinamiche sociali e networker. Abile comunicatore, autore di lunghi progetti in cui il proprio vissuto personale è al centro della sua espressività artistica. Attivista e dissidente moderno, artista, non chiuso in musei e gallerie, schierato nel denunciare la violazione dei diritti civili in Cina. Ai Wei è una figura in grado di provocare con pochi essenziali gesti. Semplicità e incisività sono la cifra stilistica del suo stile ribelle.
Nella serie Study of Perspective, ritrae luoghi simbolo del potere in giro per il mondo- dalla Torre Eiffel al mausoleo di Mao- con il proprio dito medio alzato che fa da punctum della foto.
L’ impegno di Ai Wei diventa più impellente e diretto nelle sue forme di contestazione, dopo il catastrofico terremoto del 2008 nella provincia di Sichuan- al centro della Cina-. Si reca nella zona e ne documenta la devastazione e constata dalle macerie, che le scuole crollate sono state costruite senza rispettare le norme anti-sismiche. Nessun edificio governativo subisce danni. Nel tentativo di ottenere una lista degli scolari scomparsi, subisce un pestaggio della polizia. Nel primo anniversario del terremoto,dopo una lunga inchiesta riesce a pubblicare sul blog 5,385 tra i nomi dei bambini scomparsi. Da allora il governo cinese lo tiene sotto stretta sorveglianza.
Noto per le spettacolari installazioni, come l’aver coinvolto 1001 visitatori cinesi per realizzare l’ opera ” Fairytale” a Kassel nel 2007 o ” Remembering”, con cui espone 9.000 zainetti appartenuti ai piccoli alunni scomparsi proprio nel terremoto del 2008.
Il titolo ” Interlacing ” è un modo per focalizzare la diversità tipica del suo fare arte e sottolineare la capacità di quest’artista di creare ” links”, intrecci, collegamenti e legami nel suo diffondere attraverso la rete, fotografie e messaggi.
Un esempio? Ai Wei scatta con il suo cellulare e pubblica nel suo blog, le immagini del suo studio mentre viene devastato dalla polizia cinese. Il blog viene censurato quando le foto ormai viaggiano in rete.
L’ esposizione presenta un’ampia selezione d’immagini inedite, oltre la collezione completa dei lavori fotografici e video.
Inquadrature semplici e tono asciutto raccontano con spirito critico la realtà come la serie Beijing Photographs ( 1993-2002). Qui con stile fotografico-documentario, illustra quotidianamente la distruzione dei quartieri tradizionali di Pechino e di altre grandi città della Cina.
Non ci sono confini nell’ uso di linguaggi espressivi nei suoi lavori.
Una fotografia, non è solo immagine, ma è performance e protesta, come il ritratto della moglie a piazza Tienanmen, nel giorno dell’anniversario della repressione della primavera di Pechino. Con provocante candore, Lu Quing guarda l’obiettivo, alza la gonna e rimane di slip, in barba all’ immagine di Mao alle sue spalle e al pericolo d’essere notata dalle guardie in divisa a pochi metri da lei.
Biografia d’artista-
Ai Wei (1957) è figlio del poeta Ai Quing. Dopo gli studi alla Beijing Film Accademy, nel 1978 aderisce al collettivo The Stars, che respinge il realismo sociale, in favore dell’ individualismo e della sperimentazione artistica nell’arte. Dal 1983-1993 vive a New York, frequenta la Parsons School for Design. Tra i suoi amici Allen Ginsberg, Kasper Johns, Andy Warhol. Del periodo americano dice ” andavo in giro senza meta con gli amici”, da questo girovagare nasce ” New York Photographs 1983-93 “. All’ inizio ritrae principalmente se stesso, scene della sua vita all’ East Village, dove vive, degli artisti cinesi che gli fanno visita nel suo piccolo appartamento e dei suoi amici. Ma non solo. Scatta più di 10.000 foto, in cui mostra anche i lati oscuri e decadenti della realtà urbana, la vita degli homeless accanto alle manifestazioni per i diritti civili per le strade insieme alle scene di repressione della polizia. Molte le corrispondenze tra queste immagini realizzate con camera analogia e le foto digitali che dal 2005 Ai Wei scatta con il suo cellulare e che oggi pubblica sul suo account Twitter.
Ad Ai Wei è proibito di lasciare la Cina, da quando lo scorso aprile è stato arrestato con oscure motivazioni, e grazie ad una mobilitazione mondiale di artisti e intellettuali, dopo tre mesi di silenzio da parte del governo cinese è stato rilasciato -dietro pagamento di un’elevatissima cauzione- lo scorso giugno.
Fino al 29 Aprile 2012- Ai Weiwei – Interlacing ,a cura di Urs Stahel, in collaborazione con il Fotomuseum Winterthur, presso il museo Jeu de Paume di Parigi
Info. http://www.jeudepaume.org/
.
Comments are off this post!