In omaggio a Enzo Sellerio la sua intervista pubblicata in esclusiva per Zoe magazine

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In omaggio a Enzo Sellerio la sua intervista pubblicata in esclusiva per Zoe magazine

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Per ricordare un grande siciliano come Enzo Sellerio, ripubblichiamo l’intervista rilasciata a Ludmilla Bianco per Zoe magazine nel 2007 in occasione della sua mostra fotografica a Palazzo Branciforte.

“Erano anni che non facevo fotografie in modo regolare…poi due incarichi. Un servizio sullo Zen 2 per Lo Specchio, cosa abbastanza ostica, per via della lunga “lontananza” …: non ci si improvvisa reporter da un momento all’altro, ho cercato di farlo al meglio. E Palazzo Branciforti. Invitato a fare una mostra, ho rivisitato quel bellissimo ambiente che è il Monte dei pegni.

Mi hanno detto: visto che ti piace, perchè non…, ed io: proverò, perchè non so bene come viene. Sono  stato lì quattro giorni, e ho fatto fotografie qua e là. Quattro in sequenza sono esposte in mostra”

 

Lo Zen

“E’ stato difficile per molte ragioni. Le persone non amano essere riprese. Lo Zen 2 viene dipinto come un luogo malavitoso, ma è un luogo come un altro. La percentuale di malavita è la stessa che altrove. Con la differenza: al Capo ci sono spacciatori e attività economiche, nello Zen 2 non ci sono esercizi. Così tutti credono sia un “paese” di soli spacciatori…, senza pensare alle persone per bene che lavorano “fuori”. La gente sa di essere “malvista”. Perciò le foto devi farle d’accordo, o rubarle”

 

Ha scelto lei “Fermo immagine”?

” Si “

Perchè?

” Fermo immagine…, pensi al televisore, si clicca e si ferma l’immagine. Con la macchina fotografica è pressappoco lo stesso: clicco sulla vita, e fermo immagine. Si ferma quello che succede”.

Living.Foto negli anni. Testimoniano la singolarità individuale, libera, di Sellerio, e il suo modo di “fissare” il mood di un’epoca, di stagioni, personali e condivise. Foto che sono testimoni oculari di istanti, giorni, idee di “lunga durata”, di scelte. Lo stile, esplicito, appassionato e insieme allusivo. Dal Neorealismo a Parigi all’Europa all’America…, la cultura figurativa e letteraria…

Le foto del Monte dei pegni, ultime in ordine cronologico, sono diverse, colpiscono per nitore e potenza. Il suo occhio, lo scatto nel silenzio, i segni tangibili.

 

Oggetti

” Mai fatto nature morte; ricordo un omaggio a Morandi. Quando ho cominciato ero attratto dalle ricerche formali, c’era sempre un atteggiamento estetico. L’estetica, il fotografo, non deve mai abbandonarla. Anche se qualche volta in apparenza la snobba”

 

Ha detto una volta. Fotografare non è arte, è scrivere con la luce

” Detesto che si dica che la fotografia è un arte, perchè l’arte ha preso oggi una strada piuttosto oscura, in certo modo si è allontanata da se stessa. Allora: se non sappiamo cos’è veramente arte, dovremmo inseguirla e definire la fotografia un’arte? L’arte era sposata con l’artigianato, oggi è sposata con delle idee, per lo più delle trovate. La fotografia è un mezzo. Pensi alla radiografia, alle fotografie dei batteri, micro e macrofotografie ci danno capolavori superiori a quelli dell’uomo. Il Padre Eterno, ammesso che ci sia, è un bravo fotografo” .

Si congiungono maestria e creatività, facitore, artigiano e creazione. Il suo sguardo era storia, cultura nel senso più autentico e onesto.

 

Come può uno scatto orientare tra illusione e realtà? 

“Detesto la qualifica di maestro. Io non insegno niente, ho imparato a fotografare da me. Per chi vuole c’è una grande libertà, ognuno si sviluppa come si vuole.

Oggi la persona fa un sacco di esperienze visive, sta a ciascuno scegliere. Dare consigli…, in una materia che per me è diventata oscura…questa della fotografia ad acquisizione digitale. Io ho una macchina digitale, regalata da mio figlio, ancora impacchettata non perchè non ci credo, ma perchè è tutto un altro mondo. L’unica qualità di un fotografo è essere onesto, dire se c’è una manipolazione o no. Non è estetica ma morale. Chi fa fotografie deve dire se sono state manipolate al computer o sono vergini. Unico consiglio: non cedere alla tentazione di falsare le fotografie per presentare come se fossero state riprese dal vivo.” 

 

Non andare incontro alle tendenze?

” Non si tratta di andare o non andare incontro, il linguaggio fotografico si è evoluto e noi stiamo a guardare dove porterà. Non si può bloccare la fotografia come era cinquant’anni fa. Per esempio ci sono obiettivi quadrangolari che noi non ci sognavamo. Prima si fotografava col 35mm, oggi ci sono quadrangolari, non so…120-140 mm, non vorrei dire sciocchezze, con un campo visivo più grande.

Si potranno vedere cose nuove che non immaginavamo neppure” .

 

Il Talento

” La risposta più banale: chi ha talento finisce per esprimerlo. Il che è parzialmente vero. Per esempio, io avevo talento per la musica, sono arrivato al terzo anno di conservatorio, però mi sono arrestato…perchè avevo un cattivo maestro, un cattivo pianoforte…: non possedevo talento da affrontare e superare gli ostacoli, non sarei stato Beethoven, ma un buon compositore o direttore d’orchestra. Il talento autentico si esprime ed afferma quasi sempre. “

 

Oggi tutte le cose ovvie, semplici appaiono banali

” E si chiudono gli occhi…, se io dovessi fare un servizio fotografico, lo intitolerei la Maledizione dei Normanni. Ci pensi… ” Sellerio parla di Cefalù, Monreale, della Zisa…degli interventi su spazi e monumenti: un museo degli orrori.

 

Cosa trova sia veramente spietato?

” Spietato? Il Padre Eterno – ride – perchè le cose che vanno male sono più di quelle che vanno bene. Solo il 5% delle persone sta bene, e ci sono tanti morti,  quanta gente muore inutilmente… “.

 

Interessante o affascinante?

” Dove e quando? La caponata, potrei dire, uno dei cibi migliori che conosca ” .

 

Ha viaggiato molto?

” No. Ho viaggiato, ma non molto. Molto meno di quanto mi sarebbe stato utile. Sono stato in America, un pò in Europa, ho lavoricchiato qui e là ” .

 

Ma le sarebbe piaciuto viaggiare di più?

” Certo che sì, però era complicato, non riuscivo a fare pane con i giornali italiani. Sono stato quasi sempre sfortunato in Italia, che, nonostante fotografi eccellenti, è sempre stata piuttosto provinciale.

Del resto la fotografia nasce in Francia, poi c’è l’America, l’Inghilterra. Dobbiamo accontentarci” .

 

Lei non mi sembra un tipo che si rassegna facilmente

” Bisogna pur vivere in qualche modo” .

 

Le difficoltà con i giornali

” Non riuscivo a comunicare con i direttori o forse le giuste entrature, non so bene perchè. Conoscevo alcune persone che mi apprezzavano, come Alberto Vitali, che mi invitò ad esporre alla Triennale di Milano. Ero più apprezzato in Svizzera, in Francia che in Italia. A Zurigo ho realizzato dei servizi importanti, mi hanno aperto le porte in Europa ” .

 

È vero che odia le marche?

” Verissimo, come no?”

– Racconta una storia di Lacoste e coccodrilli tra vero e falso – .

L’arte contemporanea

” Non la seguo più da anni ” .

 

Si è stancato?

” Prima l’arte era figurativa e doveva descrivere le cose: bravi o licenziati; poi si passò all’arte astratta in cui c’era la composizione, delle idee grafiche… poi: ma perchè idea? Facciamo un’arte senza idee.

L’arte non era astratta dal significato figurativo ma dalle idee ” .

 

I figli

” Sono delle care creature, mio figlio si occupa di editoria, mia figlia canta ” .

 

La casa editrice

” In realtà sono due. La mia è microscopica rispetto alla casa editrice, ormai di grande peso, che ha pubblicato Sciascia…” 

 

Le scelte

” Prima una collana di un certo interesse, che purtroppo confinata a temi siciliani perchè finanziata dalle banche, a causa dei prezzi e costi troppo alti dei grandi libri d’arte. Ora, senza il sostegno delle banche, ho iniziato piccole collane, una a seguito dell’altra casa editrice, che si chiama Memoria. In programma un libro su flora e fauna delle Madonie e questo è quanto ” .

 

 




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