Magnum- Contact Sheets come nascono le icone del nostro tempo

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Magnum- Contact Sheets come nascono le icone del nostro tempo

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Magnum- Contact Sheets è il titolo dell’ intrigante monografia curata da Kirsten Lubben. Un libro- ed un ‘omonima mostra in corso presso l’ International Center of Photography di New York –che racchiude una selezione di provini a contatto, di 69 dei fotografi della mitica agenzia, testimoni degli eventi che hanno segnato la storia contemporanea dal 1930 ad oggi.

Si consiglia di sfogliare i 139 provini muniti di lente d’ingrandimento, pronti a vivere un’ avventura filologica affascinante ed istruttiva nel mondo proibito dei fotogrammi scartati.

I provini sono come l’ inconscio dell’ archivio del fotografo.

La maggior parte dei fotografi li mostra con difficoltà perchè teme di svelare proprie imperfezioni e titubanze e rendersi così vulnerabile ammettendo pubblicamente le intime debolezze vissute nell’ attesa di “perseguire l’inaspettato”.

Dal Che Guevara ritratto da René Burri, al dietro le quinte sulle strade di Praga durante la rivoluzione racconta da Koudelka, ai particolari del viso di Joan Crawford colta, mentre si trucca , da Eve Arnold… Una straordinaria opportunità di conoscere le fasi del processo creativo che portano ad inquadrare, mettere a fuoco, scattare e giungere all’ editing di maestri come Diane Arbus, Susan Meseilas , fino ai giovani membri della Magnum di oggi come Alec Soth e Alessandra Sanguinetti. Fogli carichi di un’immediata e sincera vitalità, poichè nel provino sono custodite le traccie di come lavora la mente del fotografo, di come risolve i problemi visivi nella ricerca della giusta composizione o angolazione, oltre al rapporto tra “caso” e sperimentazione.

Un rapporto quello tra provino e scatto selezionato, simile al paradosso tra realtà e sogno “ben sognato” di Borges che permette di svelarne la finzione. Si trasforma il ruolo dello spettatore attraverso la visione della sequenza, il pubblico smette d’essere un testimone passivo per ritrovarsi un complice partecipe del tempo storico dello scatto. Si possono apprezzare anche i segni sul fotogramma prescelto, cerchiato vistosamente con la matita grassa con più colori -di solito rosso e giallo- ad indicare un dialogo a più riprese tra il fotografo e il provino, tornato a segnarlo e riconfermalo.

E’ nota la ritrosia di Cartier-Bresson verso i propri fogli a contatto, usava dire che «non si intinge nelle padelle il naso degli invitati a cena». Una contraddizione, visto che per essere ammessi alla Magnum- prima dell’avvento del digitale- era richiesto ai giovani aspiranti di mostrare i provini, perché proprio da quella visione d’insieme emerge con chiarezza la capacità e la profondità di un fotografo. Oggi nell’ epoca della fotografia digitale i fogli di contatto appaiono oggetti obsoleti. Questo libro è un’elegia per un ‘ arte estinta.

Un volume importante nelle dimensioni e nel peso ( 4 kg) edito in Italia da Contrasto “Magnum: la scelta della foto. “

La mostra Magnum- Contact Sheets presso l’ International Center of Photography è una collettiva che espone i provini originali e vintage di 22 dei fotografi presenti nel libro, tra cui Eve Arnold, Rene Burri, Cornell e Robert Capa, Leonard Freed,Inge Morath, Martin Parr etc…

fino al 6 Maggio, 2012

www.icp.org

 

 

 

 

 


 

 

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