Un riallestimento che integra la valorizzazione delle collezioni del XIX secolo – con un recupero ad esempio delle sculture di Medardo Rosso e di Edgard Degas- con una maggiore attenzione verso l’arte contemporanea. Ne è una prova l’ opera site-specific “ Passi” di Alfredo Pirri che accoglie il pubblico all’ ingresso del museo. L’ intervento di Pirri trasforma la sala delle Colonne in uno spazio inedito che sorprende e crea stupore. Il visitatore si trova a camminare su un pavimento di specchi che amplifica le dimensioni e la luminosità dell’ ambiente. Muovendosi si incontrano come se si ergessero da uno specchio ghiacciato, alcune sculture ottocentesche, candide come la neve, assorte in un fitto dialogo con l’ ambiente. Il pavimento appare in alcuni punti incrinato. Nei giorni in cui Roma è ricoperta di candida e luccicante neve, l’ opera di Pirri crea un parallelismo tra la città che rallenta i suoi ritmi in attesa che la neve si sciolga, ed i visitatori del museo che rallentano il proprio passo per meglio apprezzare questa distesa specchiata che si sgretola di giorno in giorno.
L’ artista ha scelto di poggiare le statue- in marmo e in gesso- sul pavimento senza base, come sculture di neve, e trasmettere così l’ idea che linee e crepe fossero conseguenza del pondo delle sculture. Trascorrono i giorni e sul suolo -realizzato con materiale anti-infortunistico che consente d’ essere calpestato senza pericolo per il pubblico- aumentano e si estendono fratture e insenature per mezzo di un lento processo termico simile allo scioglimento del ghiaccio. Le sculture sono tutte figure femminili, scelte da Pirri dalla collezione dei magazzini della Gnam per raccontare i momenti topici di passaggio delle età della donna e il differente modo di rappresentarle nel corso dell’ottocento. Altro protagonista dell’installazione è il calco funebre del volto dello scultore Antonio Canova, esposto qui per la prima volta. Alfredo Pirri equipara il volto in gesso del celebre scultore ad una fotografia ante-litteram, “Canova fu l’artista a cui fu dedicata la Gnam alla sua nascita, lo scultore di cui all’epoca si discuteva se fosse l’ultimo degli antichi o il primo dei moderni –spiega Pirri- e il fatto che la sua morte venga ripresa con una tecnica scultorea che di fatto è a tutti gli effetti una fotografia è un gesto significativo. “
Non sono presenti stampe fotografiche ma l ‘ installazione di Pirri pone al centro della ricerca “l’ immagine” e il modo in cui si modifica e deforma, l’artista sottolinea in questo lavoro l’ effimera caducità dell’ apparenza in contrasto con gli elementi della realtà.
Peccato sia stato trascuranto l’aspetto acustico dell’opera. Non è più possibile ascoltare l’ installazione sonora creata da Paolo Modugno per accompagnare il lavoro di Pirri, prevista solo per la sera dell’ inaugurazione. Chi ha avuto l’ opportunità di ascoltarla ne descrive i suoni discreti che ben accompagnano riflessi ed immagini incrinate, suoni crepitanti di frantumazioni sottili ispirati dallo scioglimento dei ghiacciai artici
Info. GNAM -Viale delle Belle Arti, 131 – Roma
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