Gaetano Pesce a Expo 2015

Gaetano Pesce a Expo 2015

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Gaetano Pesce a Expo 2015

“TU SI ‘NA COSA GRANDE” è un disegno pavimentale in resina, ideato e realizzato da Gaetano Pesce nel Padiglione Eataly ad Expo 2015, su invito di Vittorio Sgarbi per la grande mostra antologica “Il Tesoro d’Italia”: grande rassegna d’arte antica e contemporanea in cui saranno esposti tutti i grandi maestri della civiltà artistica italiana con una selezione di opere scelte su base regionale, da Masaccio a Manzoni.

Gaetano Pesce, presente come “il più importante dei contemporanei” nelle parole di Vittorio Sgarbi, propone un lavoro di circa 36 mq. Un atto d’amore del Maestro verso l’Italia. Partendo dal celebre spartito della canzone di Domenico Modugno riprodotto sullo sfondo (nella sala saranno anche diffuse le note della canzone nella versione cantata da Vanessa Paradis) lo “stivale” viene immaginato come una donna tricolore, sinuosa e danzante, con scarpette rosse di favolosa memoria, contornata da alcuni simboli dell’arte, della gastronomia, dell’architettura, della moda e del design che l’hanno resa, e ancora la rendono, grande.

Con “TU SI ‘NA COSA GRANDE” Gaetano Pesce realizza una pavimentazione unica, diversa e personalizzata che, esaltando le qualità dei materiali contemporanei, dialoga e medita sulla grande tradizione dei mosaici greco romani. Se nella storia infatti i materiali musivi erano prettamente lapidei, Gaetano Pesce ne ribalta la rigidità tecnica reinventandola alla luce delle più audaci direttrici contemporanee: quelle delle diversità, fluidità, casualità, spontaneità. Se per le sue caratteristiche il mosaico antico può essere definito scultura dipinta, quella sperimentata con originalità da Pesce va considerata pittura architettonica “colata”.

Oltre che con “TU SI ‘NA COSA GRANDE”, appositamente realizzata per la mostra, Gaetano Pesce espone nel parco esterno delle sculture anche le due poltrone monumentali “SENZAFINE UNICA” prodotte da Meritalia. Si tratta di due troni costruiti da un’unico cordone di silicone, un filo cromatico e grafico senza ne inizio ne fine, che compone una seduta unica e fuoriscala con cui Pesce si ribella alla cultura dello standard e medita sull’importanza della cultura degli oggetti.