Teatro Al Massimo “Tokyo String Quartet e i suoi quattro Stradivari” – lunedì 5 dicembre, ore 17.15 -Palermo

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Teatro Al Massimo “Tokyo String Quartet e i suoi quattro Stradivari” – lunedì 5 dicembre, ore 17.15 -Palermo

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La formazione originaria del Tokyo String Quartet si è costituita nel 1969 alla Juillard School of Music di New York, riunendo un gruppo di musicisti allievi del maestro Hideo Saito presso la Toho School of Music di Tokyo. Ospite delle più importanti sale da concerto del mondo, il gruppo ha realizzato oltre 40 incisioni discografiche (che includono le integrali dei Quartetti di Bartók, Beethoven e Schubert) e sono state pubblicate dalle etichette CBS-Masterworks, Deutsche Grammophon, EMI Classics, Harmonia Mundi, RCA-Red Seal e Vox Cum Laude. Nel corso della sua carriera, il Tokyo String Quartet ha ottenuto i massimi riconoscimenti della critica discografica internazionale (Best Chamber Music Recording of the Year, Diapason d’Or, Grand Prix du Disc) e ben sette nomination al Grammy Award. In occasione del 10° anniversario della sua fondazione, il più importante compositore giapponese del XX secolo, Toru Takenitsu, ha dedicato all’ensemble un’opera dal titolo A way a lone (1980) e ispirata a The Finnegan’s Wake di James Joyce. Nei suoi concerti, il Tokyo String Quartet suona su quattro preziosi strumenti di Nicola Stradivari, appartenuti a Niccolò Paganini e gentilemente concessi dalla Nippon Music Fondation….

 

Note al programma

Nella primavera del 1789 (pochi mesi prima della Rivoluzione francese), Mozart intraprende un lungo viaggio nella Germania del Nord, approfittando “dell’offerta di un passaggio in carrozza da parte di un suo allievo, il principe [Karl Alois] Lichnowsky”, lo stesso al quale Beethoven avrebbe dedicato alcuni anni dopo la Seconda Sinfonia e la Sonata “Patetica”. Il suo scopo era quello di incontrare il re di Prussia Federico Guglielmo, violoncellista dilettante e appassionato di musica, dal quale ricevette la tra l’altro la commissione di sei nuovi Quartetti per archi. A questo gruppo di Quartetti “Prussiani” appartiene anche anche quello in si bemolle maggiore Kv. 589, composto nel maggio 1790, dopo “un periodo di terribile oppressione spirituale” (Poggi e Vallora). L’opera si articola in quattro movimenti e inizia con un “Allegro” in 3/4, che si distingue per uno sviluppo insolitamente lungo e intenso. Seguono un delicato “Larghetto” in mi bemolle maggiore (in cui si notano vari passaggi solistici del violoncello), un “Menuetto” dalle armonie alquanto originali e un “Allegro assai” in cui prevale un linguaggio di estremo virtuosismo esecutivo.

Nel 1791, l’anno della morte di Mozart, il “grande viaggiatore” Franz Joseph Haydn si trasferisce a Londra, dove realizza tra l’altro due importanti raccolte di Quartetti per archi, alle quali i numeri d’opera 71 e 74. In particolare, il Quartetto in do maggiore op. 74 n. 1 s’impone alla nostra attenzione per il suo carattere vigoroso e gioioso al tempo stesso, oltre che per la tendenza a riportare nell’ambito della musica da camera le più vaste proporzioni architettoniche del linguaggio sinfonico. Il primo movimento è un “Allegro moderato” in forma-sonata in cui la consueta sequenza di “esposizione”, “sviluppo” e “ripresa” viene resa più vivace da un percorso armonico a dir poco sorprendente. Il breve “Andantino grazioso” è un brano elegante e paragonabile a una specie di Minuetto lento. Il successivo “Allegretto” è in realtà uno Scherzo il cui Trio (in toanalità di la minore) sembra addirittura anticipare lo stile schubertiano. L’ultimo tempo, è un “Vivace” in forma-sonata di straordinaria vitalità espressiva, da cui affiorano eleganti allusioni popolari e la scrittura, al contrario, impone agli interpreti il massimo dell’impegno virtuosistico.

Autore “pianistico” per eccellenza, Robert Schumann si accosta al genere del Quartetto per archi nell’estate del 1842, assumendo a modello i capolavori del tardo stile beethoveniano. Il primo dei tre Quartetti op. 41 fu eseguito al Gewandhaus di Lipsia l’8 gennaio 1843 (insieme con il Quintetto op. 44). L’intera raccolta venne invece pubblicata, alcuni giorni dopo, dall’editore Breitkopf & Härtel con una dedica a Felix Mendelssohn. Il Quartetto op. 41 n. 3 è il più vasto e complesso che Schumann abbia ma scritto. Inoltre, si tratta di un’opera a dir poco “audace” da un punto di vista formale, in cui l’autore si lascia dietro le spalle quasi tutti i riferimenti al Classicismo viennese. L’inizio è affidato a un melanconico “Andante espressivo” in cui una melodia discendente si alterna a brevi pause, prima di cedere il campo a un luminoso, cantabile “Allegro molto moderato”. Nel secondo movimento, Schumann tenta di fondere ingegnosamente tra di loro la forma dell’Intermezzo e del Tema con variazioni, dando vita a un flusso di emozioni e suggestioni sempre diverse. Il successivo “Adagio molto”, in tonalità di re maggiore, è una sorta di Lied o romanza senza parole in cui prevale un’atmosfera crepuscolare, che assume a tratti un carattere cupo e dolente (che ricorda i movimenti lenti degli ultimi Quartetti di Beethoven). Il finale è costituito da un “Allegro molto vivace” in forma di rondò, che prende le mosse da un tema dal carattere slavo, che somiglia a una sorta di brusco, marziale galop.

 

Info: Associazione Siciliana Amici della Musica – Via Angiò, 27

Tel. 091/6373743 – info@amicidellamusicapalermo.it

www.amicidellamusicapalermo.it

Pagina FB amicidellamusicapalermo

PREZZI

intero € 20 / ridotto € 15 / anfiteatro € 10

I biglietti sono in vendita al botteghino del Politeama Garibaldi a partire da un’ora prima dell’inizio dei concerti.

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