L’intonazione non è proprio quella vibrante di Adrien Cronauer da Radio Saigon, nell’omonimo film ambientato nel Vietnam del 1965, ma la spinta adrenalinica viaggia sugli stessi decibel. La piazza si è riempita a Palermo come a Bologna, a Roma come a Napoli, a Firenze come a Milano. Niente sigle, niente bandiere, qualche coro di dissenso, ma soprattutto niente violenza negli slogan. Le donne guidano una rivoluzione gentile di costumi, rivendicando la questione morale come un’urgenza per il paese. ” Se non ora quando” prende in prestito le parole di Levi e trascina per le strade anche gli uomini, gli extra comunitari, gli elettori di destra. Non è una questione di colore politico di paternità o meglio maternità dell’iniziativa, si è scesi per le strade spinti dall’idea che la collettività è la forza della democrazia, che la piazza non è il luogo dell’espressioni delle minoranze più radicali ma è lo spazio più adatto per manifestare il dialogo: l’espressione moderna dell’agorà, moltiplicata nei tweet della rete. L’Italia si deve cambiare e per farlo è certo che le basi della nuova politica debbano tornare sul piano della condivisione.
GOOOOOOD MORNING, ITALIA! di Gioia Gange
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