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“Un’incredibile riproduzione cinematografica delle immagini e delle atmosfere di Hopper, in maniera controversa pone il lavoro del pittore americano in un contesto sociale, politico e culturale.
(Deborah Young, The Hollywood Reporter)
Un regalo sia per gli amanti del cinema sia per quelli della pittura, ha debuttato alla Berlinale 2013, “Shirley, visione of reality” è un evento cinematografico unico, un affascinante dialogo fra pittura e cinema e fra storia personale e storia politica.
Un omaggio all’iconico pittore Edward Hopper, il film fa vivere attraverso i mezzi del cinema 13 dei suoi quadri, per raccontare la storia di una donna le cui emozioni, pensieri e riflessioni ci permettono di osservare un’era della storia americana.
In una serie di magnifici tableaux vivants, gli incredibili set costruiti dal regista Deutch insieme al lavoro minuzioso e filologicamente perfetto del direttore della fotografia Jerzy Palacs, ricreano l’universo visivo di Hopper evidenziando le qualità cinematiche e narrative già presenti nei suoi quadri.
Il film raconta la vita di Shirlet, una donna emancipata nell’America degli anni 1930’s, 40’s, 50’s e i primi 60’s. Una donna che vorrebbe lasciare un segno nel corso della storia con il suo lavoro e il suo impegno socio-politico, che non accetta la realtà degli anni della grande “Depressione”, la seconda guerra mondiale, l’era del maccartismo, i conflitti razziali e le campagne per i diritti sociali ma al contrario pensa che si possano cambiare e migliorare.
Una donna il cui lavoro di attrice l’ha resa smaliziata sui modi in cui la realtà viene manipolata e raccontata; un’attrice che non si identifica con il mito della star che punta solo al suo successo personale e sulla fama ma che combatte per dare un potere sociale al teatro come parte della collettività. Una donna che rifiuta il tradizionale ruolo di moglie e al contempo brama di avere un compagno.
(Il regista Gustav Deutch)
Un interessante video backstage sul film.
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“An impressive cinematic recreation of images and moods for Hopper cognoscenti, it more controversially puts the American realist’s work in a social, political and cultural context.” (Deborah Young, The Hollywood Reporter)
A treat for both cinema and visual art lovers, world premiered at Berlinale 2013, SHIRLEY – VISIONS OF REALITY is a unique cinematic event, a fascinating dialogue both between painting and cinema and between personal and political history.
An homage to the iconic American painter Edward Hopper, the film brings to life through the means of cinema 13 of his paintings, to tell the story of a woman whose thoughts, emotions and contemplations let us observe an era in American history.
In a series of breath-taking tableaux vivants, the director Deutch’s impressive set design, together with the remarkable lighting by cinematographer Jerzy Palacz, brilliantly recreate Hopper’s visual universe, valuing its inherent cinematic and narrative qualities.
The film follows the life of Shirley, a liberated “woman in America in the 1930s, 40s, 50s, and early 60s. A woman who would like to influence the course of history with her professional and socio-political involvement, who does not accept the reality of the Depression years, WWII, the McCarthy era, race conflicts and civil rights campaigns as given, but rather as generated and adjustable.
A woman whose work as an actress has familiarized her with the staging of reality, the questioning and shaping of it; an actress who doesn’t identify her purpose and future with that of solo success or stardom, but who strives to give social potency to theatre as part of a collective. A woman who cannot identify with the traditional role model of a wife yet longs to have a life partner.”
(The director Gustav Deutch)
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