di Giulia Carcani
Civita di Bagnoreggio è uno dei borghi più suggestivi d’Italia: acropoli di tufo nel cuore della Tuscia viterbese, è lontano dal rumore e dalla modernità. Tra gli ultimi avamposti della pausa rigenerante, è qui che Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, ha deciso di cimentarsi nell’arte dell’ospitalità e ha dato vita a “Corte della Maestà”.
“Ci sono arrivato la prima volta che iniziava l’inverno. Pioveva a scrosci e il ponte sotto i miei piedi ululava. Non c’era nessuno intorno a me. Non avevo mai visto un paese dove non ci fosse altro che pietra bagnata e rumore di vento”. Tanto basta per convincerlo che quello è il posto giusto. Le macchine non arrivano, i rumori non hanno cittadinanza, il ritmo è lento e c’è tempo per pensare e pensarsi.
“Se c’è una parola che si addice a questo borgo spostato verso il cielo, è ‘dignità’. Dignità della storia che l’ha attraversata senza ferirla a morte, dignità della natura che l’ha scolpita ferendone i fianchi poderosi e risparmiando il merletto dei tetti incurvati dagli anni e del campanile. Dignità del bello che non trascende mai in volgare opulenza”.
La residenza sorge lì dove un tempo, a cavallo tra il V e VI secolo, il Vescovo Ferdinando di Castillo volle creare il seminario vescovile. Oggi, dopo un restauro attento a non alterare la memoria storica del luogo, “Corte della Maestà” offre cinque suite arredate con pezzi unici di arte e design. Tra dettagli colti e rimandi letterari, le stanze trasmettono il senso dell’ospitalità come occasione di confronto, condivisione e crescita.
La suite Badessa ospita un letto a baldacchino appartenuto alla badessa di un monastero e rende omaggio alle parole di Stendhal. La testata del letto della Sonnambula proviene da una scenografia teatrale d’inizio Ottocento e celebra Bellini e la grande tradizione lirica italiana. Dalle finestre dell’Intrusa si intravede la casa dove soggiornò e morì il poeta argentino Rodolfo Wilcock. La suite Scrittrice è un omaggio a Virginia Woolf: ha un accesso indipendente perché vuole essere una stanza tutta per sé. Infine la Solitaria, un appartamento antico e austero dedicato a Giacomo Leopardi e alla poesia italiana.
Un giorno chiesero alla scrittrice Marguerite Yourcenar dove, tra tutti i luoghi visti nel corso della vita, avrebbe voluto vivere. Lei rispose “a New York e a Civita di Bagnoreggio”. Ci piace pensare che se avesse visto “Corte della Maestà” avrebbe invertito l’ordine delle preferenze nella risposta.
Photo credits : Andrea Bressan & Anna Trentani
Il Giardino
La Suite “La Badessa”
La Suite “La Sonnambula”
La tana del lupo: un’antica cantina trasformata in salone
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