Il 1° giugno 2013, contemporaneamente all’apertura della 55. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Louis Vuitton inaugura un nuovo spazio culturale nella Città dei Dogi. Come i cinque altri spazi culturali Louis Vuitton, già presenti nel mondo a Parigi, Tokyo, Hong Kong, Taipei e Singapore, anche questo luogo intende proporsi come un territorio di espressione dell’arte contemporanea che invita a un viaggio autentico e singolare nel cuore della creazione.
Situato a due passi da Piazza San Marco, all’ultimo piano della Maison Louis Vuitton Venezia (aperta al pubblico il 21 Aprile), l’Espace Louis Vuitton Venezia porta l’arte contemporanea a incontrare l’eredità artistica della Serenissima. In occasione di ogni nuova esposizione, un artista contemporaneo avrà carta bianca per rispondere, con una creazione unica e creata appositamente per la mostra, a un’opera appartenente al patrimonio storico-artistico veneziano. Questo confronto prospettico tra l’arte di ieri e quella di oggi è un modo per infrangere le barriere, ristabilire il legame dell’arte contemporanea con le sue radici e celebrare la straordinaria vitalità e attualità dell’arte classica. E’ anche un modo diverso dal solito di far scoprire i tesori nascosti di Venezia.
Questo progetto è stato reso possibile dalla partnership che Louis Vuitton ha stretto con la Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE). Louis Vuitton si è impegnato a restaurare una serie di opere appartenenti alle collezioni della Fondazione MUVE, la quale darà in prestito temporaneamente allo spazio culturale Louis Vuitton di Venezia alcune opere restaurate, affinchè si possa guardare ad esse da una nuova prospettiva, resa possibile dall’audace dialogo che ognuna di loro saprà instaurare con una creazione artistica contemporanea.
La prima mostra dello spazio culturale di Venezia, Where should Othello go? (dal 1° giugno al 24 novembre 2013) è stata ideata dallo storico dell’arte Adrien Goetz e dal commissario dell’esposizione Hervé Mikaleoff. L’esposizione ruota intorno a un’opera dell’artista Pompeo Marino Molmenti (1819-1894), restaurata grazie al sostegno di Louis Vuitton, riportando in auge il capolavoro di una figura importante della storia dell’arte veneziana. Il tema dell’opera d’arte – La Morte di Otello (1879) – fa riferimento a un personaggio leggendario ed emblematico della Città dei Dogi, e questa esposizione intende rendere omaggio a Venezia, in modo insolito e suggestivo.
Di fronte al quadro di Pompeo Molmenti, infatti, si erge un’installazione audiovisiva dell’artista contemporaneo Tony Oursler (nato nel 1957), intitolata Strawberry-Ecstasy-Green, che invita a rinnovare le interpretazioni classiche di un’opera la cui fattura è meno convenzionale di quanto sembri. Associando video a forme scolpite di vetro in vari colori – cosa che sicuramente ricorda il lavoro degli artigiani vetrai di Murano – Tony Oursler ha riattivato il simbolismo dei colori associati alla tragedia di Otello (il rosso dell’assassinio di Desdemona e del suicidio di Otello; il verde della gelosia; il nero della pelle e della malvagità dell’anima del “Moro di Venezia”.) per trarne tratti psicologici ed emozioni con un valore che non ha tempo.
Questo faccia a faccia Molmenti/Oursler sulla figura di Otello porta a sperimentare nel contempo lo shock dei contrasti e il fascino delle corrispondenze complici e singolari.
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