William Marc Zanghi “Strade Perdute”

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William Marc Zanghi “Strade Perdute”

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Grandi tele che esprimono sconfinati paesaggi interiori, isole brulicanti di faccette antropomorfe che si affastellano al limite tra l’allegorico ed il mostruoso, inermi al suolo o sbocciate alla fine di uno stelo od in alcuni casi rigettate fuori dal cratere di un vulcano; luoghi possibili o surreali dove transita una storia da cui scaturiscono riflessioni aperte al dialogo con la spettatore, attratto e suggestionato dall’indiscusso impatto visivo, cromie che accompagnano il senso di movimento dell’immagine nella mente di chi guarda.

La pittura di William Marc Zanghi e’ ricca di grandi spunti e riflessioni sull’uomo e sulla natura, sul suo rapporto con cio’ che lo circonda, una dimensione del reale vissuta ad un livello metafisico ed onirico insieme, grazie anche all’uso di colori alterati, vernici lucidissime che ne aumentano lo stato allucinatorio.Lo spirito, inizialmente espressionista del pittore, subisce, nel progetto espositivo pensato per la galleria palermitana RizzutoArte, un incipit verso una pittura maggiormente astratta, portando alle estreme conseguenze i tratti riconoscibili della sua pittura . Nelle nuove opere le case, le foreste, i fiumi, lasciano spazio ad isole sognate o idealizzate viste a “volo d’uccello” frontalmente o dall’alto;non luoghi di esilio, ma in cui ribollono nuove energie . Il suo linguaggio, da una pittura figurativa ad una astratta, lo conduce probabilmente a sperimentare per la prima volta l’oggetto scultureo ed il supporto cartaceo.La carta e’ un materiale nuovo per l’artista; le vernici necessitano di supporti rigidi e Zanghi, volendo confrontarsi con una nuova fase pittorica in cui gli elementi principali sono la terra e l’acqua, sperimenta nuove soluzioni. Le vernici bagnando la carta, pur rimanendo brillanti, la inarcano determinando delle pozze di colore che ancor piu’ rendono plausibile il concetto di acqua e terra “mappandone” i contorni. Per quanto riguarda le sculture, si tratta di un gruppo di facce antropomorfe in poliuretano espanso colorate con vernici ed inserite su piedistalli, catalogate come reperti archeologici, opere museali. Zanghi utilizza queste per esprimere l’idea della auto-ironia che possono avere gli oggetti prodotti e usati dall’uomo e osservati da altri uomini, per capire in quale contesto collocarli o da quale mondo sono scaturiti. In quest’ottica, la nuova produzione di Zanghi evidenzia una profonda critica alla dimensione pittorica intesa come pura decorazione, e proprio questo approccio concede nuovi significati al suo lavoro. Le opere in mostra alla galleria RizzutoArte (Via Monte Cuccio 30), sia per le nuove tematiche che per la varietà di medium pittorici usati permettono, dunque, di ri-leggere tutto il percorso dell’artista e di ri-collocare la sua ricerca artistica nel superamento del dibattito culturale europeo attorno alla polemica del ritorno alla pittura e del suo confronto con il nuovo realismo digitale. Il titolo della mostra “Strade perdute” è un libero riferimento al film di David Lynch uscito nel 1997 e che anticipava molte tematiche che si sono presentate a livello ontologico successivamente, riguardanti il rapporto tra identità fisica e identità mentale. L’associazione a questo regista è da attribuire anche alla sua predilezione a narrare gli aspetti surreali presenti nel quotidiano, attitudine che William Marc Zanghi da sempre cerca di far emergere con i suoi paesaggi.

Come scrive nel testo in catalogo il critico Lorenzo Bruni: ” Nell’ultima produzione di Zanghi, le “Strade perdute” non sono quelle fisiche o psicologiche del singolo osservatore, ma quelle ignorate a livello allegorico e simbolico dalla dimensione collettiva. Infatti, il dato di fatto che sembra emergere è che oggi la società, che può essere in contatto con tutti e tutto ma presente a niente, si manifesta in una stasi galleggiante e apatica. (…) Le opere di Zanghi puntano a sublimare questo vuoto per mezzo di un pathos ironico con cui solleva, con voce lieve e forse inconsapevole, domande legate a cosa sia un ”oggetto d’arte e il suo ruolo nella nostra società.”

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William Marc Zanghi – Strade perdute

a cura di Lorenzo Bruni

Galleria RizzutoArte

Palermo, Via Monte Cuccio 30

Inaugurazione giovedì 18 aprile 2013 – ore 19.00

18 aprile-25 maggio 2013

Visitabile da giovedì a sabato, ore 15.00–19.00

Ingresso libero

Per informazioni: Eva Oliveri +39 348.3622577; evaoliveri@rizzutoarte.com

Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com

www.rizzutoarte.com

www.facebook.com/RizzutoArte

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