di Giulia Carcani
L’arte è di casa al b&b “Le tre stanze”.
Perché siamo a Firenze, a soli 30 metri dal Duomo.
Perché è un palazzo del XVI secolo e chissà quante cose belle saranno passate sotto il suo naso nel corso dei secoli, nella città che un tempo era la culla dell’arte. E perché a gestirlo è Patrick Steiner, scultore, classe 1968, un passato da pastore sulle montagne svizzere e un presente da artista della pietra (www.patrickjohnsteiner.com).
“Ho uno studio nel giardino, dove continuo a lavorare” ci spiega Patrick. Ed è subito chiaro che la creatività è benvenuta in questo b&b.
Già dall’ingresso s’intuisce che il palazzo regala sorprese: superato il portone, ci si trova in un foyer a scacchi bianchi e neri, metafora della dama e invito a compiere sempre la mossa giusta. Il regalo, per chi decide di procedere oltre, è un’enorme porta a vetri che si apre sul giardino segreto, interno al palazzo; una sorpresa che è lì da secoli, emblematica di una nobiltà, quella fiorentina di epoche andate, che non rinunciava mai al piacere del bello.
Il b&b è un rifugio intimo e discreto: sono solo tre le stanze, disposte su tre piani, la “Mansarda” con vista Duomo, la “Junior suite” e la “New suite” con accesso al giardino. Tre stanze, che valgono mille avventure: cariche di oggetti, ricordi, immagini, soprammobili, libri a richiamare un altrove spaziale o temporale, regalano a ogni ospite la vertigine di inventare il proprio soggiorno attraverso una lettura sempre diversa degli spazi comuni e della camera che lo accoglie.
Un invito alla fantasia, quindi, così da fare eco all’inventiva del padrone di casa, che apre volentieri agli ospiti più curiosi le porte del proprio atelier, luogo in cui la materia diventa arte. Soggiornare a “Le tre stanze” significa concedersi una pausa diversa, dove l’invito al relax convive con lo stimolo alla creatività. Una pausa degna di una città come Firenze.
Il Foyer
La Living Room
Contaminazione di stili a “Le tre stanze”
La Suite
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