Città della scienza, al rogo il sapere.

Città della scienza, al rogo il sapere.

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CITTA’ DELLA SCIENZA, AL ROGO IL SAPERE

Città della Scienza non esiste più. Il fiore all’occhiello di Napoli, che si era riaffacciata come vuole la sua tradizione secolare, alla modernità e allo sviluppo di un polo museale fruibile a 360 gradi, è morto. Napoli ha avuto la prima Ferrovia. Ha avuto tutto ma la trattano male. E’ sventrata. Dilaniata. Il popolo è solo. Una città sommersa da ogni tipo di nefandezza e sciacallaggio. Città della Scienza ieri sera è stata spazzata via da un incendio capace di distruggerla in pochissimo tempo. Sembrava un bosco in fiamme eppure le strutture sono state costruite con materiale ignifugo e tanta sicurezza. Un enorme rettangolo inghiottito dal fuoco. C’erano travi in legno sì, ma in quale casa, luogo pubblico non c’è legno? Un incendio difficile da arginare. Il pregevole lavoro dei pompieri non ha potuto fermare l’onda del fuoco. La magistratura ora fa il suo lavoro. Si spera nelle telecamere, in qualcosa che dia risposte immediate. Molti si chiedono come possa divampare un incendio che ha spazzato via, in breve tempo, il polo scientifico museale napoletano tra i più importanti e prestigiosi d’Europa. Ieri, lunedì 4 marzo 2013, come succede da vent’anni, il museo inaugurava la sua stagione primaverile. Chiusura ore 17.30. Tre ore dopo l’allarme e poi le fiamme brutali che, con infallibile precisione, distruggevano il Sapere. Scena apocalittica che Plinio il Vecchio, da Capo Miseno, sembrava guardare. Ma non era il Vesuvio! Le fiamme hanno ammazzato Bit, il robot che parlava ai bimbi come se fosse uno di loro. Uno di noi. Il rogo a Città della Scienza ha distrutto l’oasi felice dei bimbi dove, tutto l’anno, potevano giocare a fare i costruttori, dove lavoravano la ceramica e parlavano con l’albero delle favole. Bambini che sapevano che Città della Scienza li accoglieva, li amava. Era l’oasi ditutti. I giovani, gli studenti, gli anziani, i turisti, gli scienziati, i lavoratori, gli operai, hanno perso la loro Casa. Hanno perso Futuro Remoto, l’appuntamento fisso con la Scienza da quando è stata inaugurata negli anni ’90. Tutte le invenzioni dei nostri antenati, oggi non esistono più: bruciate. Ieri ha preso fuoco la speranza, il futuro. Il dolore è forte: Città della Scienza muore come muoiono i sogni all’alba. Mani sulla città o cosa? Napoli è mamma, ama i suoi figli e qualcuno dovrà spiegare e far luce. Dovere assoluto perché Città della Scienza non sorgerà mai più, perché viviamo in un Paese dove si garantisce lavoro e diritti solo ai più forti. I soliti noti. Diritti negati ogni giorno. Ieri Dalla avrebbe compiuto 70 anni e mentre si cantava la sua poesia a Bologna, a Napoli si “girava” una giornata particolare: crollava metà palazzo alla Riviera di Chiaia dove si perpetuano i lavori per la metro. Le solite tragedie annunciate. Poi, poche ore dopo, a Bagnoli, dall’altra parte del Golfo, l’incendio di Città della Scienza. Bagnoli cha visto una bonifica lunga un’eternità dopo la chiusura dell’Italsider, la fabbrica che diede lavoro e pane a migliaia di famiglie e di operai,costruita sulla “baia degli dei”, si assiste alla bellezza prepotente delle isole del Golfo: Ischia, Procida, Capo Miseno, Nisida. La Magna Grecia: terra di Virgilio, San Gennaro, Benedetto Croce, Eduardo De Filippo, ora, è terra di nessuno! E’ di nuovo nel girone dantesco. L’inferno. Eppure quel paradiso scientifico che da ieri non esiste più, aveva tutta l’aria di essere un museo di New York, dove si va liberamente e lo si vive come luogo di di incontro e di sapere. Città della Scienza era così. Un posto libero. La Città di Leonardo. Il suo planetario e la scoperta dell’Universo. Le stelle. A dicembre sono stata lì, come faccio sempre, con gli occhi pieni di curiosità: sono andata nello spazio, sulla Luna, su Marte: viaggiavo nella Scienza grazie a Città della Scienza. Ero con le mie piccole, con gli amici. Una giornata meravigliosa, divertente. Ierii è andato tutto in fumo: milioni di euro bruciati e 160 dipendenti senza lavoro. I napoletani hanno perso un’altra Casa del Sapere. Penso a Pompei con i suoi crolli, il Vesuvio dorme, per fortuna, beato. Napoli, ieri non ha dormito: il rogo ha ammazzato la bellezza! E i sogni sono morti tutti e non solo all’alba.Tutti noi abbiamo perso la Conoscenza. Abbiamo perso Città della Scienza. Sipario.