La riqualificazione urbana di parti di una grande metropoli avviene attraverso l’identificazione di luoghi che ne divengono simbolo per funzioni e peculiarità, come sta accadendo, ad esempio, a Barcelona nel quartiere che si estende ai margini della grande Avenida de Cristoforo Colombo, tra la carrer de la Princesa e l’antico mercato de El Born, il barrio de la Ribera. Quartiere recuperato nel corso degli ultimi anni attraverso un’attenta politica d’integrazione tra residenza, investimento commerciale e recupero di spazi destinati alle attività culturali, questa parte della capitale Catalana, è diventata sempre più una parte vitale della città e del suo ricco centro storico.
Nel 2011 in una piccola stradina pedonale che attraversa e taglia il quartiere, a pochi passi dal Museo Picasso, si è inaugurato uno nuovo spazio culturale: La Seca, antica zecca della capitale catalana tra gli anni 1441 e 1849, edificio storico che dopo una trasformazione e ristrutturazione è rinato come spazio teatrale e non solo. Un luogo progettato per coniugare la testimonianza archeologica del sito post-industriale con la polifunzionalità degli spazi ricavati e destinati ad essere megafono dei diversi linguaggi della contemporaneità. Due sale di differente capienza: una con 120 posti, l’altra con 50 posti, destinate a spettacoli e performance; uno spazio espositivo, un bar-ristorante, una bella terrazza interna per conferenze, dibattiti e incontri; una mediateca e una libreria, dei moderni ambienti per gli uffici dove si è installata l’equipe del Brossa Espai Escènic, che gestirà in regime di convenzione lo spazio culturale.
Hermann Bonnin, importante uomo del teatro catalano e spagnolo, già direttore dell’Institut del Teatro, regista, creatore, attore, direttore artistico de La SECA, insieme a Jesus Julve (il mago Hausson) direttore organizzativo e cofondatore dell’Espai Brossa, hanno tracciato una chiara linea progettuale. «Gli obiettivi fondamentali – afferma Bonnin – che si pone questo nuovo spazio seguono l’eredità dell’Espai Brossa (teatro off intitolato all’importante drammaturgo e artistica catalano Joan Brossa,ndr) vale a dire incentivare l’indagine e la ricerca teatrale, contribuendo all’arricchimento del dibattito sull’esperienza scenica e visuale; suscitare riflessioni sulla problematica sociale, sviluppando connessioni tra progettualità individuali e collettive; seguire progettualità capaci di attraversare e superare le frontiere tra le arti sceniche e visuali; essere un punto di riferimento culturale e sociale per il quartiere nel quale opera e agisce».
La Seca, dunque, si pone come uno spazio d’incontro tra differenti discipline della creazione scenica e visuale, attraverso una relazione intima con la poesia, le arti visuali, plastiche e grafiche, l’esplorazione di nuove estetiche e nuovi linguaggi nella musica; il recupero della tradizione della magia come linguaggio poetico universale. La Seca vuole affermare la sua vocazione di spazio aperto e pubblico, capace di trovare una connessione costante tra l’avanguardia, la ricerca e la tradizione popolare, affermando la necessità di una visione trasversale tra le arti. La programmazione della stagione 2012-2013 è la testimonianza di questa precisa linea artistica che si muove sul solco della ricerca di commistioni tra la tradizione e l’innovazione. Una scena aperte alle più interessanti giovani produzioni indipendenti catalane, e anche luogo di creazione per la forte identità artistica del suo direttore Bonnin. Inoltre, La Seca è partner importante di NEO, Festival della nuova scena contemporanea e dei nuovi media, un bel progetto frutto della collaborazione tra La Seca, il Teatre Lliure, L’institut del Teatre, El Mercats des les Flores, e la Diputaciò di Barcelona.
La stagione 2012/2013: http://www.laseca.cat/archivos/25_dossier.pdf
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