Il Pepeverde

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Il Pepeverde

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Avere un appuntamento con qualcuno è sempre un’opportunità perché qualcosa accada. Due sono le possibili aspettative, o da questo incontro ne usciamo fuori con qualcosa che abbiamo imparato o nella peggiore delle ipotesi ci abbiamo rimesso una parte del nostro tempo prezioso. Quello che ci dovremmo augurare è che forse la prima fra queste due sia la situazione che ci capiti più spesso. A volte nella vita un approccio può però risolversi anche da un punto di vista mentale e quindi il nostro scadenzato, atteso, ritmato appuntamento altro non potrebbe essere se non quello trimestrale con una rivista letteraria.

Però! Non male come idea se questa rivista si chiama Il Pepeverde. E’ bello, mi piace poter dire a chi mi incontra la domenica mattina sul lungomare: “Salve! Lo sa? Mi son appena abbonata ad una rivista!”. E me ne sto lì tranquilla a leggere una serie di articoli e di storie veramente interessanti con il sole che mi ballozzondola sulle ciglia. Il Pepeverde. Non è un caso che si tratti di una delle sei riviste che popolano l’Olimpo italiano del settore. Quale settore? Se state leggendo questo post, in questa rubrica, si tratterà allora sicuramente di una rivista letteraria specializzata in letteratura per ragazzi, anzi più precisamente direi che Il Pepeverde è una rivista di Letture e Letterature per ragazzi.

 

La dirige un signore molto attento e conosciuto nel suo campo, Ermanno Detti, il quale, insieme a docenti, giornalisti italiani e stranieri che con l’intento principale di promuovere la lettura come strumento piacevole di conoscenza permanente ha messo su una macchina cartacea e non di indiscusso valore. Il Pepeverde oltre ad avere delle copertine “capolavoro”, è una pagina informativa su tutto quello che accade e che interessa il campo della letteratura giovanile, è in grado di coinvolgere il lettore su argomenti italiani ed esteri non facilmente riportati da altre riviste. Dentro c’è di tutto, premi, mostre, fiere, libri, corsi e molto altro ancora. Non è un caso che nel tempo siano nate collaborazioni importanti con l’Università di Salamanca, con Jack Zipies dell’Università del Minnesota e con Christiane Raabe della Biblioteca Internazionale di Monaco. Dal 2007 Il Pepeverde è anche un’Associazione Culturale nata per diventare “Centro di Ricerca e Documentazione sulla Letteratura Giovanile”. La sede prestigiosa è quella del Convitto Nazionale Principe di Piemonte di Anagni. Ho chiesto al direttore Ermanno Detti di rispondere alla mia solita ed unica domanda.

 

Quali sono gli ingredienti con cui impastate le pagine della vostra rivista?


E.D: Sono un vecchio, anche anagraficamente, giornalista e gli ingredienti di una rivista generalmente sono cosa riservata. Ma per noi del Pepeverde per fortuna non lo sono. Sì, i nostri ingredienti sono semplici, siamo un gruppo di persone che crede nella lettura come strumento di crescita di un intero popolo e ci adoperiamo per questo. Con le nostre piccole forze, con poche risorse, con un lavoro pressoché volontario, animati da grande passione per questo nostro ideale. Offriamo perfino un abbonamento che ci ripaga appena delle spese postali. Personalmente sono anche portatore di un principio pedagogico, che la diffusione della lettura si ottiene solo attraverso la diffusione di una sana letteratura per ragazzi, perché è da ragazzi che si forma il piacere di leggere, quello che dura per tutta la vita. Da qui le nostre parti della rivista: una parte riservata ai genitori che debbono essere informati sia sulle novità editoriali sia sulle strategie di lettura; una parte riservata ai dibattiti su vari temi (per esempio gli e-book favoriscono o no la diffusione della lettura? E che differenza c’è tra lettura su testo cartaceo e su schermo?); una parte di interventi e interviste che riguarda il confronto delle opinioni dei grandi – italiani e stranieri – che si occupano dei nostri temi; una parte riguarda le strategie per far avvicinare i ragazzi al libro senza infastidirlo (sia in casa che a scuola); una parte riguarda le biblioteche; una parte raccoglie i grandi studi e le ricerche… C’è infine un’ultima parte che riguarda la schedatura dei principali libri per ragazzi dell’attuale produzione editoriale, diciamo da 0 ai 15 anni circa. Ma, alla base di tutto, il collante di tutto è la nostra convinzione che un popolo che legge è un popolo che cresce, mentre un popolo che, magari scolarizzato, non legge e non si informa è destinato al declino (idee che sono alla base anche dei miei studi saggistici). E il 55% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno. Praticamente c’è un unico ingrediente. Ah, no dimenticavo, siamo convinti di un’estetica della carta stampata e non stampata. Per questo la rivista, dicono gli altri, è molto bella e curata graficamente, forse perché il nostro grafico è uno dei più bravi d’Italia, ma io direi del mondo…

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