Uwe Jaentsch, viaggio di un Goethe contemporaneo in una Sicilia distratta
Palazzo Costantino ai Quattro Canti a Palermo apre per
la prima volta al pubblico per l’anteprima di “AC/DC – greetings from Palermo” il film dell’artista austriaco
L’appuntamento è per venerdì 28 e sabato 29 ottobre 2011
Dalla Vucciria ai Quattro Canti, da un cuore all’altro di una città distratta. C’è un filo intenso che lega l’ultimo lavoro di Uwe Jaentsch “AC/DC – greetings from Palermo – viaggio in Sicilia di un Goethe del XXI secolo” e l’apertura di Palazzo Costantino, dove il film sarà presentato in anteprima venerdì 28 ottobre 2011. Da una parte il film – auto documentazione di 12 anni di lavoro in città, dall’altra lo stupore della scoperta di un luogo inedito e segreto. Un luogo misterioso, in centro città, ai Quattro canti, ma mai aperto al pubblico. Ed è con questi occhi infantili che Uwe ci invita a guardare il suo mondo, sintetizzato e raccontato in 26 minuti. Dentro c’è tutta l’irriverenza di un artista puro, a volte scomodo, che sfugge ai meccanismi che dell’arte fanno sistema….
QUATTRO CANTI / PALAZZO COSTANTINO
Ingresso Via Maqueda 217, 90133 Palermo
In “AC/DC- greetings from Palermo” Uwe vuole darci la possibilità di scegliere la “strada”: resistenza a oltranza della nostra identità contro un mondo globale che tenta di colonizzare gli ultimi scampoli di luoghi autentici, con odori e sapori propri. Nel film le immagini dell’apertura di un centro commerciale – in questo caso il “Forum” – innesca nello spettatore una forte perplessità e apre tanti interrogativi sulla direzione in cui va la globalizzazione, capace di produrre solo templi consacrati al consumo e ai pellegrinaggi domenicali dove spendere risorse che languono. Un meccanismo perverso che ci lascia frustrati e storditi. Quelle immagini della ressa chiassosa davanti ai cancelli segnano lo spartiacque di un mondo che sta rapidamente cambiando.
“Quando sono arrivato a Palermo 12 anni fa – racconta Uwe Jaentsch – mi è sembrato di viaggiare in una macchina del tempo. Per me che arrivavo da un mondo di supermercati e centri commerciali vedere quella merce in strada, quei cartelli scritti a mano, quella “contrattazione molto araba dei prezzi, mi ha conquistato. In questi casi scatta l’amore oppure l’odio. Per me, in questa Sicilia, così lontana dall’Europa eppure Europa, è stato subito amore. E’ questo che mi ha spinto a restare: questa cultura così diretta, così comunicativa”.
La scelta di presentare il film in uno spazio inedito della città è metafora della lungimiranza dell’arte e richiamo a riappropriarsi del proprio centro, del proprio cuore. Che non è un centro fatto di palazzi rimbiancati e rimessi a nuovo per gli occhi di turisti frettolosi, ma un recupero di luoghi che sono memoria e radici. Come i Quattro Canti, al momento solo “vetrina” della città per viaggiatori distratti o palermitani disattenti, che non hanno mai guardato oltre le quinte. Ed è come se Uwe ci prendesse per mano accompagnandoci dietro il palco, oltre la scenografia, dentro, nel cuore dello spettacolo: in oltre ottomila metri quadrati di area, che per la prima volta viene aperta al pubblico.
La sorpresa della scoperta è mista all’indignazione: dietro la vetrina c’è il degrado e l’abbandono: il rischio è quello di dimenticare, il rischio è che la memoria “crolli”. Quel nastro segnaletico bianco rosso, che pende nella maestosa corte del palazzo, sono il richiamo di Uwe alla consapevolezza di un presente difficile, ma non per questo irrimediabile.
Il film si apre con un reportage di Costanza Lanza di Scalea, compagna e musa dell’artista austriaco, sull’attività dei vigili urbani di Palermo. Il tentativo è quello di destrutturare lo stereotipo di una città violenta e pericolosa. Archetipo contro il quale la Sicilia lotta e che nutre al tempo stesso, in un gioco paradossale dal quale è difficile venire fuori. Nella giornata – tipo dei vigili urbani, raccontati da Uwe e Costanza, non c’è traccia di violenza. Tra le mille difficoltà di una città che si barcamena tra illegalità, degrado, violenza, Costanza segue la volante impegnata a salvare una rondine, gli interventi nel traffico di due docili donne in divisa, che raccontano con semplicità, la loro storia di lavoratrici e donne. Quello che ne viene fuori è un’immagine matriarcale molto forte, in cui le donne hanno ancora il pallino del comando, lasciando credere agli uomini di essere loro a dirigere. Il racconto indugia sulla vita di Ivana, clavicembalista per passione e vocazione e vigilessa per necessità, perché al Sud il talento per la musica non è sufficiente a pagare le bollette.
Nella seconda parte, ospite la band austriaca dei Merker.tv, la telecamera di Uwe indugia su dettagli e volti di Palermo, come in un atlante di geografia umana. La terza parte è l’auto documentazione: un’antologia degli interventi realizzati dall’artista dentro la Vucciria – basti citare la Suite 25 – del 2004 o la Cattedrale dei rifiuti del 2006 – quartiere che ha assistito a una lenta e ineluttabile trasformazione urbanistica. L’antologia si snoda in altri luoghi dell’isola: ecco allora il viaggio di un Goethe contemporaneo in una Sicilia ferita, degradata a volte, ma che cerca un riscatto possibile. Un percorso nel segno di una critica feroce, a volte dissacrante e anarchica. Sullo schermo scorrono le immagini dell’Hotel Africa a Porto Empedocle, diventato l’Hotel Durex (2009); quelle di Uwe sindaco a Riesi (2008), “disposto” a dirigere il traffico in un comune allo sbando; o il Porn Pavilion della Biennale (2009).
Anima e motore dell’evento è Costanza Lanza di Scalea. Dal 2004 condivide l’avventura con Uwe Jaentsch, il suo impegno civile e appassionato dentro la Vucciria, tra i bambini e la gente del quartiere, che li ama e li rispetta. Lei, principessa di nascita, in questi lunghi sette anni si è conquistata il titolo sulla strada: quando gira per i vicoli del quartiere, con i suoi fiori tra i capelli e il corpo minuto, non c’è commerciante, o abitante che non le sorrida e la saluti ricambiato.
L’ultima parte di “AC/DC – greetings from Palermo” vede Uwe nei panni del “produttore” : l’artista lascia parlare le immagini di Peppino Sciortino accompagnate dal testo di Alli Traina che raccontano la trasformazione della Vucciria, non più mercato storico, non più luogo di degrado, ma area di movida per soli giovanissimi, in attesa di risanare le proprie ferite per “essere” qualcosa altro ancora. Per Uwe, che alla Vucciria ha legato il suo nome, una sorta di consegna per scegliere cosa divenire.
Scheda tecnica film:Titolo: AC/DC, greetings from Palermo – viaggio in Sicilia di un Goethe del XXI Secolo
Artist: Uwe Jaentsch
Produzione: Full Moon – Costanza Lanza di Scalea
Contributo: Regione Siciliana Assessorato Turismo Sport e Spettacolo / Sicilia Film Commission
Genere: Auto Documentazione
Anno: 2011 – Durata: 25 min 59 sec
Music: Uwe & Merker.tv
Ospiti: Polizia Municipale di Palermo, Merker.tv, Viktor Marek & Miss Stereo, Daniela Papadia
Archivio: Interventi di Uwe della piazza Garraffello a Palermo 1999-2009
Bonus documentario: Vucciria
di: Peppino Sciortino – Testo e Voce: Alli Traina
Anno: 2011 – Durata: 04 min 06 sec
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