Ore 4:46. Am. Cioè di notte.
Attraversamento città in bus, nebbia quanto basta e sciarpone in cachemire avvolto intorno al collo in modalità beduino-del-deserto (però con il freddo). Reflex, libro, cioccolata calda e biscottini.
E inizia l’attesa. Mia e di un’altra quarantina di persone che come me, più o meno organizzati, hanno deciso di affrontare un campeggio notturno nel cuore del centro città, e più precisamente, di fronte al flagship store H&M in Regent Street, in coda per l’apertura dello store alle nove. Perché oggi, 15 novembre, è il giorno in cui il più conosciuto dei sette di Anversa decide di avvicinarsi alle masse con la sua capsule collection per la nota catena svedese, riproponendo pezzi cari alla maison in chiave low cost.Il gioco di dimensioni e proporzioni, l’uso di oggetti comuni formato oversize, lo smembramento e riassemblaggio di un capo fino a mostrarne l’essenza, il trompe l’oeil: tutto torna in questa collezione che racchiude tanti anni di un brand che ha ispirato generazioni di designer con il suo approccio concettuale e decostruzionista allo stile. E se per H&M questa collaborazione si è rivelata molto proficua, anche solo in termini di pubblicità, lo è stato anche per noi, poveri shopaholic low budget, che difficilmente possiamo affrontare i prezzi normali della Maison. E anche se i margieliani doc potranno storcere il naso e non abbassarsi ad acquistare capi di questa “vile collaborazione plebea”, a noi ci piace, e molto. Piace ad Amelie, studentessa ventiduenne di textile design che ha puntato le scarpine col tacco in plexiglass e a Farah, architetto di Macao che già si vede nel vestito rosso fuoco. E se Orquidea possiede già alcuni pezzi della maison e non vuole negarsi la possibilità di dare una rinfrescata ai suoi outfit, molti altri ammettono che non ne hanno mai posseduto uno, because unaffordable, e hanno colto al volo questa opportunità.
Perché il colosso H&M sta andando avanti per la sua strada nel suo processo di democratizzazione della moda, e questo ne è forse l’esempio più palese. E sono tutti contenti. Contente le signorine che ci hanno portato cioccolata calda e biscottino verso le otto del mattino (o per lo meno erano sorridenti…), contenti i commessi che strisciano le carte di credito, contenti i giornalisti che si sono accaparrati molti pezzi durante l’evento del giorno prima, contenti noi fashion victim, che anche se stanchi e infreddoliti, braccialetto muniti e di super corsa (perché abbiamo avuto 15 minuti tra entrare-cercare i capi-cercare la taglia-provare-pagare) siamo riusciti a comprare quello che volevamo. Cioè una possibilità.
Un pezzo della storia del fashion design.
Anche se “solo” da H&M.
…
In foto, le facce e i desideri di alcune ragazze conosciute la scorsa notte.
E’ il mio bottino. Mica ho fatto tutta questa fila per niente !
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