Anton Kawasaki

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Anton Kawasaki

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Quando e come hai iniziato a fotografare le persone che incontri per strada? È una cosa che faccio solo da un paio d’anni. Avevo regalato al mio fidanzato un iPhone per il suo compleanno e lui ha iniziato subito a usarlo per fare foto in giro per la città, iniziando a postarle sul suo account Flickr. Per non diventare troppo frustrato da tutte le bellissime foto che scattava e ho deciso di farlo anch’io e così ho aperto un account nel 2009. Da li in poi mi sono innamorato della possibilità che ti da il cellulare di riuscire a rubare scatti senza essere visto, e non sono più riuscito a fermarmi…

Puoi raccontarmi qualcosa che ti è accaduto mentre facevi una foto?Qualcuno magari non voleva essere fotografato?A dirti la verità, la maggior parte delle persone non si accorge che li sto fotografando, e anche se lo capiscono nessuno mi ha mai detto nulla, a volte qualcuno vedendo le mie foto ha riconosciuto qualcuno che conosceva, un esempio è una foto della mia serie “Uomini-Coniglio in pausa”, un amico del ragazzo nella foto mi ha messo in contatto con lui, e gli è piaciuto talmente il mio ritratto che lo ha usato per il suo profilo di facebook. La signora della foto “La donna e il beagle” non aveva idea che le stessi scattando una foto e mi ha raccontato la storia del suo cane, di come lo faceva rientrare in casa quando pioveva perché aveva paura che potesse ammalarsi come il cane che aveva prima, una storia molto commovente che ha aggiunto qualcosa in più alla foto di loro due insieme. New York sembra essere il posto perfetto dove incontrare personaggi interessanti, una specie di teatro a cielo aperto, cosa ti piace di N.Y. dal punto di vista visivo?Come si fa a non amarla? Ha tutto!Ma oltre alla magnifica architettura dei suoi edifici, ai luoghi simbolo che tutti amano, l’aspetto più straordinario di questa città sono le persone. Non c’è nessun altra città al mondo così culturalmente sfaccettata e con così tanti “personaggi” N.Y., è il posto ideale per chi ama il “people-watching” e soprattutto per chi ama fotografare! So che lavori alla DC comics (una delle più grandi case editrici di fumetti del mondo) e mi piace moltissimo il tuo modo di scrivere delle piccole storie da mettere insieme ai tuoi scatti. In che modo questi 2 mondi si fecondano?I fumetti sono un mezzo di comunicazione incentrato molto sulla parte visiva del raccontare, come la fotografia, e hanno molto in comune come puoi immaginare. Spesso mi piace inventare delle storie per le persone che fotografo (ho creato una serie “NY Stories”), penso che venga naturale quando incontri uno sconosciuto immaginare chi è, che tipo di vita ha? I fumetti possono raccontare qualunque tipo di storia (non solo super eroi) e c’è un genere che racconta storie incentrare sulla vita di persone “comuni”. È ciò che mi incuriosisce nelle foto che faccio…i piccoli momenti nelle vite delle persone, per sempre cristallizzati in una foto e in questo modo acquistano una certa importanza, considero i miei scatti quasi come un fumetto di una singola vignetta. Senza dubbio i fumetti hanno influenzato il modo in cui fotografo, spingendomi a pensare in modo più visivo, questo mi permette di concentrarmi e scoprire dei momenti a cui pochi fanno caso, cercando di catturarli nel miglior modo possibile.Per me riguarda l’inquadratura e l’attimo sono le cose più importanti in una foto, tu che ne pensi?Sono totalmente d’accordo con te, aggiungerei anche il soggetto. Sono contento che ne abbia parlato, perché la maggior parte delle mie foto sono fatte con un iPhone, moltissime persone non pensano che si possano scattare delle belle foto semplicemente perché hanno una bassa risoluzione. Alcuni sono così fissati con la qualità dell’immagine e con i megapixel e quasi dimenticano il contenuto, cosa è ritratto in una foto, impazzirebbero per una foto di un fiore magari solo perché è ad altissima risoluzione e possono vedere i più piccoli dettagli di un petalo. Ok, fantastico, ma per me la cosa più importante è il soggetto e il momento, l’attimo che si riesce a catturare. La cosa fantastica di un cellulare è che puoi velocemente immortalare un attimo prima che svanisca, se invece dovessi usare una reflex digitale, con il tempo che mi occorrerebbe per tirarla fuori, regolare il fuoco…probabilmente quell’attimo sarebbe già scomparso. Preferisco scattare con il mio cellulare, magari non sarà di qualità eccelsa dal punto di vista delle definizione o della messa a fuoco, piuttosto che una noiosissima foto di un fiore, ma questo è solo il mio punto di vista. Che differenze vedi con la fotografia tradizionale? I vantaggi del cellulare sono ovvie: semplicità d’uso, immediatezza. Oggi è ancora più veloce e semplice, non soltanto scattare una foto ma anche condividerla con il resto del mondo (attraverso flickr.com per esempio). È un cambiamento enorme rispetto all’epoca dei rullini, dove ci voleva molto tempo prima di sapere persino se una foto era venuta bene o no, e ancora più tempo per farla vedere a qualcun altro. Anche con una reflex digitale, prima devi scattare, poi devi scaricare la foto contenuta nella scheda di memoria su un computer e poi puoi mandarla a chiunque o caricarla su un sito (flickr, facebook etc). I cellulari di tipo smartphone rendono questo percorso velocissimo, quasi istantaneo, si può scattare una foto e un secondo dopo condividerla con il mondo. Ci sono però anche dei lati negativi in tutto questo, tutti si sentono dei fotografi, ma alla fine devi comunque avere un certo “occhio” per scovare dei soggetti interessanti e per comporre delle foto che raccontino qualcosa. Con l’iPhone in particolare ci sono moltissime applicazioni che si possono usare per modificare le foto (simulando degli effetti da camera oscura o particolari tipi di pellicole o obiettivi) rendendole più “interessanti” ma usare questo tipo di programmi non rende una foto automaticamente una bella foto, un’immagine deve essere particolare anche prima di venir modificata, filtrata o quant’altro. Non sai quante volte ho visto qualcuno fare una foto a qualcosa di banale come una sedia e poi passare un sacco di tempo per cercare, attraverso un’applicazione, di renderla più interessante, alla fine magari c’erano dei colori interessanti o una grana dell’immagine particolare ma restava comunque la noiosissima foto di una sedia. Io di solito aggiusto piccole cose, il contrasto o i colori, tutti parametri che posso regolare direttamente dall’iPhone, quello che mi piace di più è avere la possibilità di simulare le caratteristiche di macchine fotografiche come la polaroid o le cosidette “toy camera” (Diana, Holga, Lomo), ma prima devo essere soddisfatto della foto così com’è, modificarle per migliorarle ulteriormente o accentuare una certa atmosfera fa solo parte del divertimento. Qual’è la regola numero uno della street photography?Essere spudorati o fare come i ninja? Cerco sempre di non farmi vedere dal soggetto, penso sia da maleducati andare davanti a qualcuno puntargli il cellulare in faccia e scattare una foto, e mi darebbe molto fastidio se lo facessero a me, detto questo conosco chi fa proprio così e a volte i risultati sono molto interessanti, penso che dipenda da come ti senti nell’invadere lo spazio personale di qualcun altro. Io ritengo che si possano avere degli scatti fantastici senza che nessuno se ne accorga, specialmente se si usa un cellulare, questo lo rende straordinario in alcuni casi, ci si può avvicinare moltissimo ad un soggetto e coglierlo nelle sue espressioni più naturali, mentre se qualcuno si accorge di essere fotografato questo influisce drammaticamente sull’atmosfera e sul risultato finale della foto. A volte può dare degli ottimi risultati, ho raccolto in una seria “They see me” (“Loro mi vedono”) le foto scattate quando i soggetti mi stavano proprio guardando negli occhi, se si siano accorti che li stavo fotografando o no è difficile dirlo, di certo il fatto che si fosse stabilito un contatto visivo fra me e loro mi ha permesso di avere delle immagini molto forti. Non seguo molte regole, cerco sempre di trovare soggetti interessanti e dimenticarmi un po’ della composizione o della luce, se riesci a cogliere una persona in quel preciso “istante” mentre fa qualcosa o ha un’espressione drammatica allora avrai una bella immagine e in questo caso il fatto che non sia una foto “perfetta” può essere tranquillamente perdonato.www.flickr.com/antonkawasaki Michele Dotto

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