È l’incipit di ogni storia, quel “c’era una volta…” che abbiamo imparato presto a riconoscere e desiderare. Non si potrebbe avviare diversamente il racconto di un angolo di Liguria così caro a romanzieri e scrittori.
Quindi: c’era una volta il Golfo dei poeti, che da Lerici a Portovenere abbraccia calette, borghi e costa selvaggia. Terra così suggestiva da conquistare Shelley e Byron, Mario Soldati e George Sand. Fino a Indro Montanelli, che amava questi luoghi e una volta chiosò: “quando e se smetto di lavorare vorrei fare il bagnino all’Eco del Mare”.
Storico stabilimento balneare, oggi anche locanda, l’Eco del Mare è un rifugio per chi sceglie di concedersi una pausa senza tempo. Con il mare intorno. Con il mare dentro. L’Eco del Mare è leggenda: si narra che nel 1951 François Mozer, trentottenne svizzero di passaggio a Lerici, tanto si innamorò della spiaggia di Maramozza a Tellaro, nascosta nella macchia mediterranea, e tanto volle raggiungerla che si calò con una fune lungo il costone di roccia e giù, fino al mare.
Pare che lo spettacolo sia valsa l’impresa: da lì François Mozer non si è più voluto allontanare. Anzi, ne ha fatto un luogo come pochi: qualche cabina in legno, tavoli e una cucina per sfornare piatti genuini. A un passo dal mare e nel silenzio privilegiato delle natura che dialoga con se stessa.
Sono passati decenni, la passione e l’ardire di François oggi muovono la figlia Francesca. È lei ad intuire “che l’Eco del Mare poteva o forse doveva permettere di godere del luogo anche in momenti diversi”. Così, il 19 giugno 2010 inaugura, affiancata allo stabilimento, una locanda unica e rara, dove vivere con il mare: negli occhi prima del sonno, nelle orecchie prima del risveglio, sulla pelle per tutto il soggiorno. Francesca Mozer ha trasformato alcune cabine in sei suite a tema, i cui nomi – Diamante, Il mare, Così celeste, Dune mosse, Blue e Il volo – evocano le melodie delle canzoni di Zucchero Fornaciari, suo compagno.
Gli ambienti ricreano atmosfere grazie alla sapienza di artisti e artigiani coinvolti nel progetto, chiamati a recuperare e riutilizzare in chiave moderna gli arredi preesistenti. “In realtà, la locanda è un work in progress senza sosta” confessa Francesca Mozer, “gli arredi sono in continua evoluzione, perché viaggiando mi innamoro di oggetti, legni, li reinterpreto e li propongo nelle camere. Poi gli ospiti possono acquistare, e di lì si ricomincia l’arredo”.
Sotto un’eleganza spartana e una complessa semplicità, le suite svelano un’attenzione estetica tesa a amplificare negli interni la magia dell’esterno.
All’Eco del Mare la notte trascorre in compagnia dello sciabordio dell’acqua e di lontani segni stellari; mentre il giorno inizia con il dono di godere subito della bellezza di acque limpide. Incontrastato, sempre, il profumo delle piante di rosmarino, ginestra e mortella del “Parco naturale di Montemarcello Magra”, nel quale la locanda è inserita.
A disposizione degli ospiti anche un ristorante dove la ricerca dei sapori e la tutela di qualità e tradizione si fondono in ricette che si incardinano su ingredienti del territorio, dai vini delle cantine locali al pescato rigorosamente giornaliero.
L’apertura della struttura segue il tepore del calendario: inizia a metà aprile e termina a metà ottobre. Ma Francesca Mozer sta già pensando di andare oltre, di osare il passo in più con la proposta “Wild weekend” per chi volesse vivere l’esperienza del mare d’inverno.
Da sfiorare con un dito, come solo all’Eco del Mare.
La spiaggia di Maramozza a Tellaro
Lo stabilimento “Eco del Mare”
Suite dell’Eco del Mare
Suite dell’Eco del Mare
Suite dell’Eco del Mare
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