Intervista all’attore catanese Andrea Galatà

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Intervista all’attore catanese Andrea Galatà

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Il suo amore è il cinema, la sua passione è il teatro, la sua vocazione è fare l’attore, così si racconta Andrea Galatà come chi fa questo mestiere non solo per il desiderio narcisistico di piacere ma perchè crede che non sia la propria definizione interiore a contare ma quella degli altri, quella che il tuo pubblico ti attribuisce.

Nell’ appassionato e fertile rapporto tra cinema e teatro Andrea ripercorre l’itinerario che lo ha portato a scalare le vette del successo diventando uno dei personaggi di spicco di quella nuova generazione di artisti siciliani che tanto apprezzamento sta avendo sulle platee e sugli schermi nazionali ed internazionali.

 

Andrea Galatà e il mestiere di attore: un colpo di fulmine o una passione nutrita da tempo ?


Colpo di fulmine! Fin da bambino i miei mi portavano spesso a teatro, così l’innamoramento è iniziato molto presto. Una volta stregato, l’amore non è mai scemato, anzi… Mi piace andare a teatro, mi piace andare al cinema, mi piace fare l’attore e mi piace vedere gli altri attori. E soprattutto mi piace studiare e perfezionarmi.


Come si prepara all’interpretazione dei suoi personaggi? C’è un ruolo sul quale Le piacerebbe cimentarsi che non ha già fatto ?

 

Mi dilungo ossessivamente sulla biografia dei miei personaggi e sulla loro fisicità. Il complimento che apprezzo di più dai colleghi è infatti quello di essere molto diverso da un personaggio all’altro. I miei miti sono gli attori specializzati in questo tipo di approccio. E credo che al di là dell’apprezzamento del pubblico, sia una straordinaria occasione per arricchirsi grazie a questo mestiere “vivendo altre vite”. Credo che un approccio superficiale comporti la perdita di una grande occasione. Mi piacerebbe cimentarmi anche con grandi biografie, interpretare personaggi reali e non solo inventati.


Il cinema siciliano ha avuto molta attenzione nei Suoi confronti, questo La incoraggia a rimanere nell’isola contrariamente a tanti giovani costretti ad andare via ?

 

Oggi è difficile per un attore rimanere in un posto solo, perché la grande concorrenza e la scarsa offerta ci costringono ad inseguire il lavoro superando ogni confine geografico. La Sicilia mi ha voluto bene. Sempre. E’ una grande fortuna e un motivo in più per tornarvi ogni volta che posso.


Cinema e teatro in quale ambito si sente più a Suo agio?

 

 A teatro. Il teatro è una droga di cui non so fare a meno. Credo che il cinema sia bellissimo “prima”, quando prepari il personaggio, e “dopo”, quando godi il prodotto finito, sperando che sia soddisfacente. Il teatro invece è magico “durante”; è un incontro vivo di corpi e di cuori, un momento unico che, chiuso il sipario, è finito per sempre. Il teatro è la celebrazione dell’attimo. E la presenza fisica del pubblico lo rende un luogo vivo in cui si incontrano corpi, cuori e idee.


I protagonisti dei Suoi film ci raccontano di uomini in lotta contro il proprio destino e contro una società sempre più egoista e disattenta ai bisogni delle persone.In che modo un attore può essere testimone della grande voglia di cambiamento di questo difficile momento storico che stiamo attraversando ?

 

Se si ama l’arte, si ama l’essere umano, si ama la vita, così come la necessità di narrarla. Secondo me non è possibile scollegare questi aspetti. Le storie che raccontiamo cercano di confrontarsi con le passioni umane, con le dinamiche sociali, cercano di svelare la vita e soprattutto si rivolgono ad un pubblico che è inserito in un contesto storico determinato. Come si fa ad essere artisti e a non interessarsi di ciò che ci accade intorno? Le storie migliori narrano le grandi trasformazioni dei personaggi. L’arte è da sempre uno strumento di cambiamento.


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Foto di Scena Un Uomo Nuovo – Andrea Galatà Nino Frassica Adriano Nicosia / foto di Martina Bruno

 

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