“Portable Classic” alla Fondazione Prada

“Portable Classic” alla Fondazione Prada

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“Portable Classic” alla Fondazione Prada

La mostra “Portable Classic”, co-curata da Salvatore Settis e Davide Gasparotto, è presentata dal 9 maggio al 13 settembre 2015 nel palazzo settecentesco di Ca’ Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada.

“Portable Classic” esplora origini e funzioni delle riproduzioni in miniatura di sculture classiche, presentando oltre 80 opere tra il piano terra e il primo piano nobile di Ca’ Corner della Regina. Sia nell’antica Roma che nell’Europa moderna si forma un vero e proprio canone di sculture, considerate come la formulazione più alta di un determinato soggetto.

Il loro prestigio è tale che il pubblico colto ne desidera almeno una riproduzione, anche di piccole dimensioni e in materiali diversi dall’originale. Un esempio di questa tendenza è il caso dell’Ercole Farnese, proposto in mostra attraverso un calco in gesso di 317 cm accostato a una serie di riproduzioni moderne in scala in marmo, bronzo e terracotta dai 15 ai 130 cm.

Alcuni capolavori in piccole dimensioni di epoca classica sono avvicinati a multipli di età rinascimentale, attraverso gli esempi di Marsia (Ignudo della Paura) e della Venere accovacciata. Un’altra sezione della mostra è dedicata a importanti figure di collezionisti del Cinquecento.

In alcuni dipinti di Lorenzo Lotto, Tintoretto e Bernardino Licinio, i soggetti sono ritratti tra sculture classiche e calchi in gesso provenienti dalle loro raccolte. Partendo dai casi emblematici del Torso del Belvedere e del Laocoonte, la mostra illustra come gli artisti rinascimentali abbiano utilizzato le copie in piccolo formato per elaborare ipotesi sulle parti mancanti degli originali classici.

La mostra gemella “Serial Classic”, a cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola, presentata nella nuova sede della Fondazione Prada Milano dal 9 maggio al 24 agosto 2015, esplora l’arte greca classica, le sue funzioni e il suo linguaggio formulare e seriale. La serialità fu un tratto essenziale anche delle sue copie romane; e si ripropone nella mostra anche attraverso vecchi e nuovi esperimenti di ricostruzione archeologica degli originali.