Termina oggi l’ interessante mostra che indaga il ruolo della fotografia in Italia tra il XIX- XX e la sua relazione con le altre arti. La mostra si articola in sette sezioni in cui le opere fotografiche sono esposte in un virtuoso dialogo con tele, studi su china, incisioni, sculture…A partire dagli albori della fotografia, in cui le immagini sono un momento propedeutico alla pittura, per continuare ai primi sviluppi di autonomia di questo “nuovo ” linguaggio artistico, continuando attraverso la sperimentazione, fino alle opere dei maggiori fotografi contemporanei. Sottolineando il passaggio tra crisi del figurativo e svolta futurista che aprirà la strada all’ arte moderna.
Tra i dipinti accostati alle immagini, il pubblico si troverà davanti l’ emozionante studio su carboncino di Giuseppe Pellizza da Volpedo su La piazza di Volpedo in giorno di fiera -1890, così come i particolari dello Studio di folla, con contadini in un giorno di mercato 1889 – 1899 che anticipano la tela simbolo dei lavoratori e del diritto allo sciopero, Il Quarto Stato. Sulle parete si alternano i primi ritratti fotografici alle tele di Boccioni che richiamano gli studi sul fotodinamismo di Anton Giulio Bragaglia, i lavori di Primo Sinopico, Cagnaccio di San Pietro, Gustavo Bonaventura, o le sculture di Medardo Rosso- tra le novità esposte nel nuovo allestimento della GNAM- come la serie Ecce Puer 1906.
Tra le opere dei fotografi contemporanei può apparire eccessiva e sfacciata la presenza di Luigi Ontani. Si ha l’ opportunità d’ incontrare i tenui toni di alcune stampe originali di Luigi Ghirri, come la coppia di spalle ritratta mentre passeggia sul verde prato tenendosi per mano, in una giornata di cielo terso in “Alpe di Siusi (Ortisei) 1979 “. Nella sala dedicata principalmente alle stampe in bianco e nero, e ai disegni a carboncino, scende dal soffitto, una discreta e affascinante opera di Bruno Munari, una delicata ellisse di nylon, che gira e vortica lentamente creando delle ipnotiche e mai uguali ombre che si riflettono sulla parete.
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