Robert Mapplethorpe è l’ incisiva e dettagliata retrospettiva che lo Spazio Forma di Milano dedica al grande fotografo americano. Una preziosa opportunità per immergersi nell’opera del versatile artista attraverso 178 immagini. Un’ esposizione in cui si alternano come le note di una melodia, le prime polaroid ai ritratti degli amici celebri e no, come Andy Warhol, le intense serie sulla vigoria del corpo maschile…alle sofisticate composizioni di still life…La visione estetica della mostra potrebbe essere accompagnata dalle note di Because the night in una versione sussurrata da Patti Smith, fidanzata amica e musa di Robert Mapplethorpe, eterea presenza in molti dei suoi primi ritratti…Anche una frizzante ed acustica People have the power potrebbe essere colonna sonora ideale per accompagnare i chiaro scuri scultorei delle immagini e trasmettere al pubblico l’ energia e l’ atmosfera della New York degli anni ’70-‘ 80 che fa da sfondo al lavoro di Mapplethorpe. Un autore che ricerca la perfezione formale nei suoi lavori, usando la luce come materia con cui scolpire i soggetti; calle, iris, corpi, lievi ritratti ai bambini, vengono infatti colti in bianchi e neri, intensi e profondi. Mapplethorpe crea uno stile inconfondibile in immagini che raggiungono un’ideale di bellezza in cui la sua passione rinascimentale si fonde nell’estetica moderna. L’ esposizione è divisa in sette sezioni tematiche. Accolgono il pubblico le rare Polaroid degli Anni ’70 . Un esordio in cui già lo spirito sperimentale si abbina ad una ricerca formale. Mapplethorpe è fotografo ed artista tra i protagonisti della rivoluzione pop di Andy Warhol, negli anni della liberazione sessuale, dell’esplosione della performance e della body art. La sua biografia si fonde nelle sue opere mentre la mostra prosegue con la serie dei suoi autoritratti. Appare in tutta la sua disarmante ironica e seducente bellezza. Una sezione è riservata alle esplicite e particolareggiate pose sado-maso, che per il taglio ed il rigore compositivo non risultano mai oscene o volgari. Il modo con cui Mapplethorpe ritrae la plasticità dei corpi, maschili e femminili, per il taglio classico della composizione, il vigore della muscolatura e dei movimenti, delle torsioni, insieme ai particolari, rende le sue immagini simili agli studi michelangioleschi sulla figura umana. L’ uso dei bianchi è così luminoso, brillante e caldo da riuscire ad entrare a far parte dell’ inconscio di chi osserva le sue fotografie. I suoi nudi appaiono tri-dimensionali, si ha la sensazione d’essere davanti ad un corpo vivente. Eros e malinconia sono il filtro con cui coglie i suoi fiori, tulipani o sensuali e carnose calli in cui la luce risalta intimamente curve, corolle e insenature. Sorprendenti e lievi sono i ritratti dei bambini che appaiono in pose spensierate e serene.
A parte sono esposti i ritratti che hanno per protagonista Patti Smith. Fidanzata e prima modella di Mapplethorpe, negli anni in cui giovanissimi non avevano denato nemmeno per entrare al MoMa di New York, e sognavano “profeticamente” che un giorno sarebbero riusciti ad entrare dentro al museo con la loro arte. Con la poetessa del rock vivono insieme per sette anni al Chelsea Hotel,fino a quando Robert non ammetterà la propria omosessualità. Mapplethorpe oltre al talento artistico è un maestro della fotografia contemporanea per il coraggio e la coerenza con cui ha espresso la propria personale e multisfaccettata passione per l’esistenza attraverso la sua macchina fotografica.
Fino al 9 Aprile 2012 presso la Fondazione FORMA per la Fotografia, Milano
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